Papeete - In visita nella Polinesia francese, il capo dell'Eliseo, Francois Hollande, non ha presentato le attese scuse per i 193 test nucleari eseguiti dalla Francia tra il 1966 e il 1996 nell'arcipelago nel Pacifico, ma per la prima volta ha ammesso che ebbero "un impatto" sull'ambiente e "conseguenze sulla salute e causarono alterazioni sociali". A 30 anni dall'ultimo test, Hollande ha promesso quanto meno un riesame del migliaio di cause per indennizzo presentate da polinesiani, spesso per tumori legati alle radiazioni. Finora solo in 20 sono stati risarciti.
Nell'attesissimo discorso a Papeete davanti a una grande folla, il presidente ha riconosciuto "solennemente" il "contributo" della Polinesia francese con i test sugli atolli di Mururoa e Fangataufa: senza di esso, ha osservato, "la Francia non si sarebbe dotata di armi nucleari e dunque della forza di dissuasione". "Sarebbe una nazione rispettata ma non avrebbe la capacita' di una nazione pienamente indipendente, capace di farsi ascoltare da tutti, di poter garantire il proprio territorio", ha insistito. Le associazioni delle vittime, nonostante Hollande abbia detto che modifichera' il decreto legge Morin del 2010 per l'indennizzo dei danni causati dai test, avrebbero voluto un passo in avanti piu' deciso e soprattutto una richiesta di perdono. (AGI)
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