Strasburgo - Le autorità italiane erano a conoscenza del sequestro, nel 2003, a Milano, di Abu Omar da parte della Cia e approfittarono del segreto di Stato per garantire l'impunita' ai funzionari responsabili del rapimento dell'ex imam: e' quanto ha stabilito la Corte dei Diritti dell'Uomo. Il giudici di Strasburgo hanno giudicato l'Italia responsabile di numerose violazioni dei diritti umani, in particolare il divieto della tortura e il diritto al rispetto della vita familiare.
La vicenda dell'imam di MIlano, un'odissea di 13 anni
La Corte ha stabilito Che "le autorita' italiane era consapevoli del fatto che il ricorrente fu vittima di un'operazione di consegna straordinaria che ha avuto inizio con il suo rapimento in Italia ed e' proseguito con il trasferimento fuori dal territorio italiano". Inoltre il segreto di Stato "in tutta evidenza fu applicato dal potere esecutivo italiano per impedire che i responsabili dell'affaire rispondessero delle loro azioni". "L'inchiesta e il processo - proseguono i giudic i- non hanno portato alla punizione dei responsabili cosicche' alla fine dei conti c'e' stata un'impunita'".
L'ex imam di Milano, Abu Omar, il cui vero nome e' Mustafa Osama Nasr Hassn, attualmente 53enne, era arrivato in Italia nel 1998 e nel 2001 aveva ottenuto lo status di rifugiato. Fu rapito a Milano il 17 febbraio 2003 e trasferito nella base militare di Aviano da dove un aereo militare lo trasporto' al Cairo. L'operazione fu condotta da 22 operativi della Cia e da Joseph L. Romano, colonnello dell'aeronautica Usa. L'imam in Egitto fu torturato, interrogato e liberato nell'aprile 2004 in cambio dell'impegno a tacere sulle sue condizioni. La corte oggi ha stabilito che l'Italia dovra' pagare 70mila euro a Nasr e 15mila a sua moglie per danni morali.
Prima di essere sequestrato dalla Cia l'imam di viale Jenner si trovò coinvolto in un'indagine per terrorismo internazionale della Digos, condotta dai pm del pool antiterrorismo Armando Spataro e Stefano Pomarici. Al centro dell'indagine c'era la moschea di viale Jenner: secondo l'accusa Abu Omar faceva parte insieme ad altri 13 stranieri, molti dei quali già condannati in via definitiva, di un associazione che aveva lo scopo di compiere atti di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all'estero sotto la sigla Ansar al Islam . (AGI)