Milwaukee - Hillary Clinton e' partita all'attacco nel sesto dibattito tra gli aspiranti alla nomination democratica per la corsa alla Casa Bianca, il primo dopo il netto successo di Bernie Sanders in New Hampshire. Sia lei che il senatore del Vermont si sono rivolti direttamente alla comunita' afroamericana che sara' decisiva nel prossimo caucus del 20 febbraio in Nevada ma soprattutto nel voto del 27 febbraio in South Carolina, dove il 55% dell'elettorato democratico e' nero e Barack Obama gode di alta popolarita'. La Clinton si e' posta come l'erede del primo presidente americano di colore, elogiandone la riforma della sanita', le scelte in politica estera, il coraggio di aver "colpito Wall Street, pur avendo ricevuto finanziamenti da quel mondo". Un confronto dai toni non accesissimi ma serrato: "Non dobbiamo fare promesse che poi non possiamo mantenere", ha attaccato l'ex segretario di Stato durante il faccia a faccia all'universita' del Wisconsin a Milwaukee. Clinton ha messo l'accento soprattutto sui costi esorbitanti delle proposte del rivale in tema di sanita' pubblica. "Tutti gli economisti di sinistra sono concordi nel dire che i conti non tornano e questa e' una promessa che non si puo' mantenere", ha spiegato Clinton, rispondendo a Sanders che rivendicava di aver "lottato tutta la vita per assicurarmi il diritto alla salute per tutte le persone". L'ex segretario di Stato ha ricordato di aver votato a favore della riforma migratoria, al contrario di Sanders. Il senatore del Vermont ha ribattuto che gli stessi latinoamericani si opposero alla riforma di Obama perche' non garantiva le condizioni di lavoro degli immigrati, esponendoli al rischio sfruttamento, e ha chiesto la regolarizzazione di 11 milioni di senza documenti che si calcola vivano negli Usa. (AGI)