Roma - E' arrivata all'istituto di medicina legale dell'Universita' La Sapienza di Roma la salma del ricercatore 28enne Giulio Regeni, trovato morto mercoledì al Cairo. L'autopsia, affidata al professor Vittorio Fineschi, e' stata disposta dal pm Sergio Colaiocco affinche' venga accertata la causa della morte. Il magistrato, che ha aperto un'inchiesta per omicidio a carico di ignoti, ha chiesto che venga svolto anche un esame tossicologico.
All'aeroporto di Fiumicino, i genitori del giovane, Claudio Regeni e Paola Deffendi, hano atteso l'arrivo della salma insieme al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al presidente della Commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini, e al capo dell'Unita' di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, con cui hanno avuto un colloquio.
"Chiediamo piena collaborazione alle autorita' egiziane, di agire con determinazione, trasparenza e rapidita. Noi abbiamo assicurato subito la nostra piena disponibilita' alla collaborazione, tanto sul fronte delle forze dell'ordine, quanto sul fronte delle autorita' giudiziarie italiane", ha affermato il ministro Orlando.
Precedentemente era stato il titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, a sottolineare come sul caso non vi sia ancora chiarezza. "Siamo lontani dalla verità", aveva commentato il ministro degli Esteri ad Amsterdam, dove partecipa alla riunione informale dei ministri Ue (Gymnich).
Secondo il titolare della Farnesina, occorre "assolutamente che il lavoro" di indagine "possa essere fatto insieme" alle autorità egiziane. Gli esperti italiani sono già al Cairo per le indagini.
La mamma Paola "ho il cuore spezzato"
"Il lavoro congiunto sta incominciando in questo momento - aveva aggiunto - e in questo momento si stanno anche imbarcando i familiari e la salma di Giulio Regeni che faranno scalo a Roma e poi andranno a Trieste".
Intanto dall'Egitto arriva una nuova conferma: Regeni e' stato torturato. Lo rivela l'esame autoptico già effettuato dalle autorità egiziane e da cui sono emersi segni di sevizie. A rivelarlo sono fonti mediche locali.
Il Cairo ha inoltre smentito di aver effettuato due arresti per la morte del ricercatore italiano, come chiarito dal generale Ashraf al Anany, direttore dell'ufficio stampa del ministero
dell'Interno del Cairo. L'ufficiale ha negato la notizia, diffusa ieri sera dalla stampa italiana, secondo cui due persone sarebbero state fermate perchè sospettate dell'omicidio del giovane.