Ginevra - Nessuna amnistia per chi si è macchiato di crimini di guerra o contro l'umanità in Siria. Il monito arriva dall'Alto Commissario Onu per i diritti umani, il principe giordano Zeid Ra'ad al-Hussein. Malgrado l'avvio dei colloqui (indiretti) sulla crisi siriana, al-Hussein ha precisato ai giornalisti presenti a Ginevra che "nel caso della Siria, siamo qui per ricordare a tutti che, laddove le accuse integrino crimini di guerra o contro l'umanita', l'amnistia non e' possibile" e questa e' "una posizione di principio all'interno dell'Onu". "Naturalmente cinque anni dopo questo spettacolo terribilmente macabro del popolo siriano soggetto a pubbliche esecuzioni, speriamo e preghiamo che i colloqui mediati da Staffan de Mistura conducano alla fine di tutti questi abusi raccapriccianti, abusi di diritti umani e violazioni del diritto internazionale", ha spiegato Al Hussein. Ed "e' chiaro - ha proseguito - che in alcune circostanze, quando si guarda alla fine di un conlfitto, si pensi all'amnistia e vi siano discussioni in diversi contesti su questo". Ma vi sono drammi ancora in corso in Siria che non permettono di parlare di amnistia. Al Hussein ha ricordato in particolare la tragica situazione della citta' assediata di Madaya dove da dicembre 46 persone sono morte di fame. "Chiaramente se si pensa alla consunzione forzata della gente a Madaya, e alle altre 15 citta assediate, questo non e' solo un crimine di guerra ma contro l'umanita', se sara' provato in tribunale", ha sottolineato l'Alto commissario. Per non parlare delle "decine di migliaia di persone che sono tuttora trattenute con detenzioni arbitrarie". Dunque, "nel caso della Siria, siamo qui per ricordare a tutti che, laddove le accuse integrino crimini di guerra o contro l'umanita', l'amnistia non e' possibile", ha concluso. (AGI)