Roma - Non c'è "nessuna sospensione di Schengen sul tavolo" della Commissione europea: lo ha chiarito la portavoce Natasha Bertaud dopo le indiscrezioni della stampa italiana su una possibile modifica del codice sullo spazio europeo di libera circolazione delle persone, una modifica per consentire per due anni i controlli alle frontiere interne. L'Europa si interroga su come far fronte all'enorme flusso di migranti. Di fronte all'ipotesi di sospendere Schengen per due anni, il premier Mattteo Renzi è stato chiaro: "Si metterebbe a rischio l'idea stessa d'Europa, ma non dipende dal governo italiano. Noi riteniamo che sia giusto mantenere forte il controllo alle frontiere, ma senza sospendere l'accordo di libera circolazione. Se avverrà trarremo le nostre conclusioni"; e comunque -ha aggiunto- non è certo "sospendendo Schengen che si bloccano i terroristi". "Se il sistema Schengen viene distrutto, l'Europa è drammaticamente in pericolo", ha concordato Wolfgang Schauble, il ministro delle finanze tedesco. Schauble ha criticato anche l'Austria per non essersi consultata con la Germania sull'introduzione del limite ai rifugiati che il Paese è disposto ad accogliere nei prossimi mesi. Il ministro tedesco ha riconosciuto che la capacità di accoglienza dei Paese dell'Ue "non sono illimitate", ma quello di cui c'è bisogno -ha detto- è "investire migliaia di milioni in Turchia, Giordania e altri paesi della regione".
Nella discussione è intervenuto anche il premier francese Manuel Valls, secondo il quale l'enorme flusso mette in crisi la tenuta stessa dell'Ue: l'Europa è "a grave rischio" e non può accogliere tutti i rifugiati in fuga dalle guerre; se così fosse, spiega, "le nostre società ne sarebbero totalmente destabilizzate. Intanto il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha incontrato a Berlino il premier turco Ahmet Davutoglu dal quale ha ottenuto "l'impegno a fare tutto il possibile per ridurre il flusso di migranti verso l'Europa. Nella conferenza stampa congiunta, Merkel ha detto che "bisogna realizzare gli hotspot in Grecia e in Italia e deve essere in pratica ciò che è stato concordato con la Turchia. Ma c'è una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo: almeno 45 morti, tra cui 20 bambini, il bilancio provvisorio di tre naufragi avvenuti nel mar Egeo, tra le coste greche e turche. Prima ancora della scoperta dei 20 nuovi cadaveri, l'organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) ha dichiarato in un comunicato stampa: "un record di morti di migranti e rifugiati nel Mediterraneo a gennaio 2016 rispetto al mese di gennaio 2015" e del 2014, con almeno 119 persone decedute. Le vittime a gennaio 2015 furono 82 e nello stesso mese del 2014 furono 12. Fin dall'inizio dell'anno, l'OIM ha contato 36.000 arrivi sulle isole greche. Solo poche centinaia sono passati attraverso il Mediterraneo allo stesso tempo. Sono invece complessivamente 968 i migranti salvati nel Canale di Sicilia in otto distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera. Viaggiavano su gommoni in difficoltà al largo della Libia e a bordo c'era anche un cadavere. (AGI)
(22 gennaio 2016)