Istanbul - Seicentodieci militanti del Partito curdo dei lavoratori (PKK) sono stati uccisi nelle operazioni militari condotte dalla meta' di dicembre fino ad oggi nel sud est del Paese. Lo ha annunciato l'esercito turco con un comunicato ufficiale. Il bilancio e' relativo il periodo durante il quale nel quartiere Sur di Diyarbakir e nelle citta' di Silopi e Cizre e' stato imposto il coprifuoco. A Cizre in particolare gli scontri sono stati particolarmente violenti, considerate che 364 dei 610 ribelli separatisti sono stati uccisi nella citta' vicino i confini siriano e iracheno. Nel medesimo comunicato si rende noto che nella giornata di ieri, 4 miliziani sono stati uccisi a Silopi, portando il numero dei morti nella citta' a 140, mentre 9 bombe sono state fatte brillare e 153 pezzi di artiglieria pesante sono stati sequestrati con le relative munizioni. Solo ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva assicurato che Ankara non avrebbe mai piu' trattato con il PKK, ribadendo essere giunto il" momento di liquidare questi terroristi che vogliono dividere il Paese" "In questo momento ne' i terroristi del Pkk, ne' il partito sotto il suo controllo o altre strutture saranno considerate una controparte con cui trattare" ha detto il presidente facendo riferimento al partito filo curo dell'Hdp. "La questione e' chiusa" ha poi giurato Erdogan, prima assicurare che "tutti i sindaci e amministratori locali che hanno dato sostegno ai terroristi pagheranno per quello che hanno fatto". (
A Erdogan ha voluto mandare un messaggio il Commissario UE Johannes Hahn, che ha invocato un cessate il fuoco immediato e il ritorno ai negoziati di pace, auspicando che gli interventi decisi da Ankara siano "mirati e proporzionati". Hahn ha poi lanciato un appello dinanzi il parlamento europeo al Pkk, affinche' deponga le armi, ricordando il prezzo in termini di vite umane che questo conflitto e' gia' costato. "Una situazione inquietante" queste le parole scelte dal commissario per descrivere la situazione nel sud est della Turchia dove "il prolungato coprifuoco non fa che aumentare le preoccupazioni per il rispetto della legalita' e dei diritti umani nell'area" Hahn ha sottolineato che la prossimita' geografica della guerra tra Turchia e Pkk alla Siria costituisce un "pericoloso focolaio che non fa che aumentare la tensione nell'intera regione". "Tutte le parti hanno le proprie responsabilita', e' tuttavia necessario tornare al processo di pace" ha concluso Hahn. La guerra tra Turchia e Pkk e' ripresa lo scorso 25 luglio dopo una tregua durata piu' di 2 anni. Da allora ad oggi, in base alle cifre fornite dall'esercito, piu' di 3200 ribelli separatisti e 300 membri delle forze di sicurezza turche hanno perso la vita. In base a dati forniti lo scorso 9 gennaio dalla Fondazione per i diritti umani in Turchia, dalla ripresa degli scontri 162 sono stati i civili che hanno perso la vita, tra questi 32 bambini, 29 donne e 24 anziani. Il conflitto tra Turchia e Pkk dal 1984 ad oggi e' costato circa 45 mila vite. (AGI)