Roma - Con la fine delle sanzioni, l'Iran ha ordinato un incremento della sua produzione di petrolio di 500mila barili al giorno, rischiando di alimentare ancora di più l'eccesso di domanda favorito dalla politica dell'Opec. E intanto ha denunciato le nuove sanzioni Usa contro il suo programma missilistico, mentre prosegue nell'attuazione dello storico accordo sul nucleare. Il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Yukiya Amano, è arrivato a Teheran e avrà colloqui anche con il presidente, Hassan Rohani. L'Iran vuole capitalizzare rapidamente il vantaggio che si apre con la rimozione delle sanzioni e non a caso Rohani la prossima settimana sarà in Italia e poi in Francia: a Roma, salirà al Quirinale e andrà in Vaticano, ma poi incontrerà il premier Matteo Renzi e troverà il tempo per un forum con circa 500 imprenditori.
All'indomani dell'entrata in vigore dell'accordo che ha messo fine alle sanzioni nucleari iraniane, Iran e Usa sono tornati a incrociare le armi. Un braccio di ferro anche a fini interni: tanto Washington che Teheran ribadiscono che, nonostante la notevole distensione e l'apertura di inediti canali diplomatici, ancora rimangono notevoli distanze da colmare. L'argomento del contendere, stavolta, sono i test effettuati ad ottobre da Teheran di nuovi missili balistici. Le sanzioni americane sono in realtà abbastanza limitate perché il dipartimento del tesoro Usa ha aggiunto alla lista nera di coloro contro i quali sono già state adottate misure per il programma missilistico - sanzioni che non fanno parte del pacchetto revocato grazie all'accordo di Vienna - solo cinque cittadini iraniani e una rete di società basati negli Emirati Arabi Uniti e Cina. La risposta iraniana è arrivata a metà mattinata per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, Hossein Jaber Ansar, che ha parlato di atti di propaganda e sanzioni "illegittime" perché il programma di missili balistici non è progettato per trasportare testate nucleari. Il ministro della Difesa, Hossei Dehghanm, ha aggiunto che le sanzioni americane non avranno alcun effetto sullo sviluppo del programma missilistico.
In questo clima cambiato è arrivato a Teheran il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), Yukiya Amano. L'organizzazione dell'Onu sabato ha confermato che Teheran si è attenuta agli obblighi concordati con il gruppo dei Paesi 5+1, aprendo la strada alla revoca della maggior parte delle sanzioni da parte di Ue e Usa. Le sanzioni rimaste contro Teheran verranno abrogate tra 8 anni, nel 2023, ma potrebbe accadere anche prima, con un nuovo via libera dell'Aiea chiamata a certificare l'uso pacifico delle attività nucleari iraniane. E oggi Behrouz Kamalvandi, portavoce dell'Organizzazione per l'Energia Atomica iraniana, ha ripetuto che l'Iran vuole "ridurre questo lasso di tempo". (AGI)
(18 gennaio 2016)