Grenoble - E' stato incriminato per omicidio colposo plurimo l'insegnante francese che avrebbe dovuto vigilare sull'incolumita' degli studenti in settimana bianca affidatigli da un liceo di Lione, e che invece mercoledi' scorso a Les Deux Alps, nel dipartimento dell'Isere, li ha accompagnati a sciare lungo una pista malgrado fosse chiusa al pubblico, sulla quale si e' poi abbattuta una valanga: sono morti due dei ragazzi, un quattordicenne e una sedicenne, piu' un turista ucraino di 56 anni che non faceva parte del gruppo. Lo stesso professore, reduce da problemi d'instabilita' mentale, e' rimasto gravemente ferito, ed e' al suo capezzale nell'ospedale di Grenoble che gli e' stato notificato il rinvio a giudizio, alla presenza del procuratore, del giudice istruttore e di un cancelliere. L'uomo, un 47enne, a quanto pare non ha battuto ciglio: "Riconosce le proprie responsabilita', non nega l'accaduto", ha riferito il suo avvocato, Benedicte Tarayre.
"Non si e' reso conto del pericolo", ha proseguito il legale, "perche' un sacco di gente aveva gia' imboccato quella pista nei due giorni precedenti. Adesso e' sotto shock, e tormentato", ha concluso Tarayre, "e il suo stato fisico e psicologico non gli permettera' di tornare tanto presto a esercitare la professione". Stando a fonti inquirenti, l'insegnante avrebbe inoltre ammesso di essere sceso gia' il giorno prima della sciagura per la stessa pista, la 'Bellecombes', situata a circa 2.500 metri di altitudine e classificata come nera per la sua estrema difficolta'. Paradossalmente, fino a pochissimo tempo fa era rimasta inagibile per mancanza di neve: le intense precipitazioni degli ultimi giorni sulle Alpi francesi ne avevano peraltro capovolto le condizioni, obbligando le autorita' a intervenire. Quando e' avvenuta la tragedia, l'allerta in vigore era di livello 3 su una scala di 5. L'accesso alla 'Bellecombes' era impedito da reti, e una serie di cartelli in quattro lingue diverse avvertivano del pericolo: dalle indagini e' emerso invece che, sotto la guida dell'accompagnatore, l'intera scolaresca di diciannove persone ha scavalcato le barriere protettive "perfettamente consapevole" di quanto stava facendo. In novembre il docente era stato dimesso da una clinica per malattie psichiatriche, e una volta rientrato al lavoro aveva continuato a seguire una terapia molto pesante a base di anti-depressivi e di stabilizzatori dell'umore. Un aspetto della vicenda che potrebbe presto condurre al coinvolgimento diretto dell'intera gerarchia dell'istituto scolastico, a cominciare dal preside, per aver scelto una persona in simili condizioni malgrado dovesse svolgere un compito tanto delicato. (AGI)
(16 gennaio)