Roma - Il kamikaze che ieri ha ucciso 10 turisti tedeschi a Istanbul sembra aver colpito a caso. Al momento non vi sono indizi, infatti, che indichino nel gruppo di tedeschi l'obiettivo specifico dell'attentato, ha sottolineato il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maziere. "Non vi sono ragioni per non effettuare visite in Turchia", ha aggiunto riferendosi alle disdette di viaggi organizzati nel paese del Bosforo.
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L'attentatore, legato all'Isis, aveva presentato domanda di asilo politico in Turchia la settimana scorsa presentandosi il 5 gennaio a un centro di accoglienza per migranti della città sul Bosforo, accompagnato da altre quattro persone. Si chiamava Nabil Fadli, nato in Arabia Saudita nel 1988, ed era entrato in territorio turco di recente passando per la Siria. Quest'ultimo particolare spiega forse perché in un primo momento fosse stato indicato come cittadino siriano.
Le indagini hanno finora condotto in carcere 69 persone sospettate di essere affiliate allo Stato islamico. Fra loro vi sono tre russi, fermati ad Antalya e accusati di aver fornito sostegno logistico all'organizzazione. "Le ragioni della loro detenzione si stanno chiarendo", ha precisato il console generale della Federazione russa ad Antalya, Aleksandr Tolstopiatenko.
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Secondo una fonte citata da Ria Novosti, la Russia è in possesso di informazioni secondo le quali, tutti e tre i suoi cittadini detenuti in Turchia hanno connessioni o sono coinvolti in gruppi terroristici stranieri. "Uno di loro - ha aggiunto la fonte - era stato in precedenza già inserito nella lista russa e internazionale dei ricercati". Due di loro avrebbero invece lasciato la Russia alcuni anni con la motivazione ufficiale di studiare in Medio Oriente. Tra tutti i 69 arrestati, però, solo uno è sospettato di coinvolgimento nella strage di Istanbul. La gran parte degli arresti, 65, sono stati fatti in blitz ad Ankara; a Smirne, sul mar Egeo; a Kilis, alla frontiera con la Siria; a Sanliurfa, sempre vicino al confine siriano; a Mersin, sulla costa mediterranea e nella città di Adana. Ad Ankara le autorità hanno fermato 16 persone che progettavano un attentato nella capitale. I 21 arrestati a Sanliurfa progettavano anche loro un attentato in una località turca non specificata.(AGI)
(16 gennaio 2016)