Citta' del Messico - Alcune foto segnaletiche pubblicate oggi dal quotidiano 'El Universal' sembrerebbero provare che, già prima di incontrare in gran segreto Joaquin 'el Chapo' Guzman lo scorso autunno, Sean Penn era tenuto sotto sorveglianza dalle autorità messicane: le stesse che, a proposito di quell'incontro con il famigerato boss del narco-traffico, adesso lo hanno iscritto nel registro degli indagati per presunto favoreggiamento insieme a Kate del Castillo, l'interprete di telenovelas che si prestò come mediatrice. Il materiale ottenuto dal giornale sarebbe stato estrapolato da un dossier preparato dai servizi segreti del Paese latino-americano.
In una delle immagini si vedono in lontananza un uomo dalle fattezze simili a quelle dell'attore statunitense e una donna, indicata come del Castillo, arrivare il 2 ottobre all'aeroporto di Guadalajara. I due compaiono quindi in un'altra istantanea, nella quale stringono la mano a un individuo prima di salire a bordo dell'auto di questi per la tappa successiva della missione che li avrebbe condotti al covo del super-latitante, evaso da poco. Immortalato anche uno degli aerei da turismo che avrebbero trasportato alla destinazione finale il protagonista di 'Dead Man Walking', l'attrice e i loro accompagnatori. Potrebbe dunque avere ragione Penn, il quale sulla rivista 'Rolling Stone' ha scritto di aver ricevuto a suo tempo una "soffiata credibile" in base alla quale gli inquirenti dell'anti-droga locale "erano al corrente del nostro viaggio in Messico", avente lo scopo di intervistare 'el Chapo' in vista dell'eventuale realizzazione di un film su di lui.
ESTRADIZIONE - Sarà ben piu' lungo del previsto, minimo un anno ma anche sei se i suoi avvocati si dimostreranno abili, il processo di estradizione del boss negli Usa. Lo ha anunciato Jose' Manuel Merino Madrid, responsabile del settore Esteri della procura nazionale. Catturato per la terza volta, dopo la fuga rocambolesca lo scorso 11 luglio dal carcere di massima sicurezza di Altipiano, venerdì scorso potrebbe anche restare in Messico fino ad una massimo di sei anni, se i suoi avvocati ricorreranno a tutti i gradi di giudizio e alle tecniche ostruttive. Tutto insomma pur di impedire che El Chapo finisca negli Usa dove tutti, a partire dai suoi uomini per cui a quel punto diventerebbe un pericolo, temono che possa vuotare il sacco sulla sua vastissima rete criminale e sui funzionari che ha corrotto nel corso della sua carriera ultradecennale. (AGI)
(12 gennaio 2016)