Istanbul (Turchia) - Il Consiglio per gli affari religiosi (Diyanet), massima autorita' islamica in Turchia, ha negato la propria responsabilita' rispetto a un parere che, comparso sul sito ufficiale, ha scatenato un'ondata di proteste e indignazione. "Un padre che provi desiderio sessuale nei confronti di sua figlia, infrange il vincolo del proprio matrimonio?". A questa domanda, posta da un utente anonimo, la risposta fornita nella fatwa (fetva, in turco), il parere dei 'dottori' dell'Islam volto a redimere dubbi e fornire interpretazioni su questioni specifiche, e' stato un elenco delle diverse visioni secondo le varie scuole dell'Islam. Secondo il Diyanet infatti, data la divergenza di opinioni non si puo' asserire che vi sia un divieto a riguardo.
La scuola hanafita, sempre in base alla spiegazione fornita dal Diyanet, ritiene proibite manifestazioni di affetto dettate da desideri morbosi tra padre e figlia. Nella fatwa viene specificato che, "in ogni caso le figlie devono avere piu' di nove anni". La fatwa ha causato un'enorme ondata di protesta sui social e nel mondo delle associazioni che operano nel sociale e per il controllo di Internet, che hanno accusato il Diyanet di istigare alla pedofilia. Il Consiglio per gli affari religiosi, da par suo, ha chiuso la pagina Internet "per manutenzione" e ha respinto al mittente ogni singola accusa, asserendo che la fatwa sia stata distorta nel suo significato, attraverso "giochi di parole e trucchi mistificatori". Lo stesso Diyenet, una settimana fa, aveva fatto discutere con un'altra fatwa, nella quale definiva sconveniente che coppie non sposate si tengano per mano, convivano o passino del tempo da soli. (AGI)
(9 gennaio 2016)