Roma- Appello di Medici senza Frontiere (MSF) per la citta' assediata di Madaya, in Siria, dove la situazione e' "catastrofica": 20mila persone non hanno di che sopravvivere e 23 pazienti sono morti di fame nel centro medico sostenuto dall'ong, permio Nobel nel 1999. Sei di coloro che sono morti di fame avevano meno di un anno. I medici alimentano i piu' malnutriti con gli sciroppi medicinali perche' sono l'unica fonte di zucchero disponibile. Gli scaffali dei medicinali sono vuoti. Al punto di distribuzione di MSF le persone litigano per accaparrarsi le ultime razioni di cibo. "In questo momento Madaya e' una prigione a cielo aperto per 20mila persone. Non c'e' modo di entrare ne' di uscire e le persone vengono lasciate morire. I medici che supportiamo riportano di persone ferite o uccise da mine e spari mentre tentavano di lasciare la citta'", fa notare Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF. MSF e' seriamente preoccupata e chiede l'evacuazione urgente dei pazienti malati verso un posto sicuro dove essere curati e l'accesso immediato delle forniture mediche salva-vita per la popolazione civile. MSF ha accolto con favore la notizia che il governo siriano autorizzera' il rifornimento di cibo nell'area, ma chiede che anche la consegna immediata di medicinali salva-vita attraverso la linea d'assedio sia una priorita' e che i pazienti malati vengano evacuati con urgenza in posti sicuri dove essere curati. Dal luglio 2015, le forze del governo siriano hanno assediato la citta' e dopo la distribuzione una-tantum di cibo, il 18 ottobre, questo assedio si e' stretto in una vera morsa per la popolazione. Dei 23 pazienti deceduti, 6 avevano meno di un anno, 5 piu' di 60 anni e gli altri 12 erano tra i 5 e i 60. Diciotto erano uomini e cinque donne. MSF e' estremamente preoccupata per i pazienti attualmente in cura e per i 20mila abitanti della citta', che per mesi hanno avuto pochissimo cibo a disposizione. "E' un chiaro esempio di cosa significa utilizzare l'assedio come strategia militare" ha aggiunto de le Vingne. "Ora che l'assedio e' cosi' serrato, i medici che supportiamo non hanno piu' farmaci negli scaffali, mentre i pazienti malati e affamati aumentano. I medici si sono ridotti ad alimentare i bambini malnutriti con sciroppi medicinali, perche' sono l'unica fonte di zucchero ed energia disponibile, e cosi' le poche scorte dei farmaci rimasti diminuiscono ancora di piu'. Oltre a fornire cibo, l'unico modo per uscire da una situazione ormai catastrofica e' garantire l'evacuazione medica immediata dei pazienti malati e garantire il rifornimento dei farmaci." La situazione a Madaya e' un esempio estremo degli assedi imposti in diverse zone del paese sia dal governo siriano che dai gruppi armati dell'opposizione. MSF e' seriamente preoccupata che possano insorgere situazioni simili in altre aree assediate."In questo momento Madaya e' una vera prigione a cielo aperto per circa 20mila persone, tra cui neonati, bambini e anziani. Non c'e' modo di entrare ne' di uscire e le persone vengono lasciate morire" continua de le Vingne di MSF. "I medici che supportiamo riportano di persone ferite o uccise da mine e spari mentre tentavano di lasciare la citta'. La disperazione e' cosi' acuta che al punto di distribuzione di MSF, pensato per rifornire i piu' vulnerabili, le persone litigano per accaparrarsi le ultime razioni di cibo disponibile." MSF supporta una struttura medica e un punto di distribuzione di cibo a Madaya dall'agosto 2015. Anche se difficile, all'inizio era ancora possibile organizzare la fornitura di cibo e medicine, ma di recente e' diventato del tutto impossibile far passare qualunque bene. Lo staff medico supportato da MSF lavora in condizioni estreme e senza forniture adeguate per rispondere a bisogni medici gia' gravissimi esacerbati dall'insicurezza alimentare e dalla malnutrizione. Una distribuzione una-tantum non mitighera' i problemi nei mesi a venire. (AGI)
(8 gennaio 2016)