Tripoli - Cresce la pressione dell'Isis in Libia. E' di decine di morti il bilancio provvisorio dell'attentato contro un'accademia di polizia di Zlitan, nell'ovest della Libia, circa 175km ad est di Tripoli.
Secondo l'emittente televisiva al Arabiya, che cita fondi mediche, le vittime sono 70. Anche se non c'e' ancora un bilancio ufficiale dei morti, di sicuro e' stata una strage. Fonti del ministero della sanita' a Tripoli parlano di "una cinquantina di cadaveri", tra civili e poliziotti. "L'esplosione e' stata sentita fino nella citta' di Misurata", che si trova a 45 chilometri da Zlitan, ha aggiunto una fonte medica, che ha parlato di oltre 150 feriti.
L'attentato, intorno alle 8:30 di mattina, e' stato realizzato da un camion cisterna usato di solito per il trasporto dell'acqua: era imbottito di tritolo ed e' stato affidato alla guida di un kamikaze che si e' schiantato contro la porta di una base militare dove un gruppo di reclute si apprestavano a seguire un corso di addestramento per entrare nella Guardia costiera che lotta contro l'immigrazione irregolare. Secondo un testimone, in quel momento c'erano circa 300 uomini nel complesso.
La sezione libica dell'Isis ha rivendicato l'attacco che avviene mentre e' in corso un'offensiva lanciata lunedi' dai gruppi jihadisti per prendere il controllo dei porti petroliferi di Ras Lanuf e Sidra, i piu' importanti del Paese. Il tentativo di assalto, respinto dalla guardia privata che protegge i terminal, ha gia' causato la morte di oltre una decina di uomini da entrambe le parti e ha messo in luce la mancanza di coordinamento tra le forze libiche. Ci sono almeno sette depositi di petrolio in fiamme nei due terminal, che continuano ad essere assediati dalle forze dell'autoproclamato 'califfato'. Il tentativo di assalto conferma l'intensificazione dell'offensiva dei jihadisti in Libia, che nel 2015 hanno approfittato del conflitto politico e militare tra i governi rivali di Tripoli e Tobruk per alllargare la propria sfera di influenza. Uno studio del Centro studi libico sul terrorismo ha calcolato che sono circa 10mila i combattenti dell'Isis presenti nell'ex-Jamahiriya di Muhammar Gheddafi, in buona parte combattenti stranieri giunti in Libia per unirsi al gruppo terroristico (un precedente rapporto Onu parlava di 2/3mila combattenti).
Oggi, di fronte al pesante attentato, la diplomazia occidentale torna a fare appello all'unita' del popolo libico. "Esorto tutti i libici a unirsi urgentemente nella lotta al terrorismo", ha scritto su Twitter. Anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha rivolto un appello all'unita': "E' urgente -ha aggiunto-attuare l'accordo politico recentemente firmato superando le divisioni interne per dar vita a un governo di accordo nazionale e concentrarsi sulla comune lotta al terrorismo e sulla ricostruzione e pacificazione del Paese".
(7 gennaio 2016)