- Roma - All'indomani dell'allarme lanciato dalla polizia austriaca per un nuovo attentato in Europa di Isis, dopo la strage del 13 novembre scorso a Parigi, Paolo Gentiloni invita alla cautela per scongiurare il panico ma lascia capire che il Paese non intende farsi cogliere impreparato. "In Italia come in Europa tutti abbiamo ben chiaro quello che Daesh (la sigla araba di Isis, ndr) e i suoi accoliti hanno compiuto e possono compiere. Lavoriamo per la sicurezza, senza lasciarci fuorviare. Sappiamo bene che proveranno a colpire ancora", ha spiegato il titolare della Farnesina in un'intervista a La Repubblica in cui ricorda pero' che "la polizia austriaca parla di persone che sono state segnalate. Non trasformerei questo in nulla di piu' o di meno rispetto allo scenario in cui siamo da mesi".
In generale Gentiloni vede Isis indebolita e secondo il ministro lo confermerebbe anche i1 comunicato del leader Abu Bakr al Baghdadi, rifattosi vivo ieri dopo 7 mesi di black-out: "Vuole esibire forza in un momento che invece e' di vera difficolta' militare. Dopo aver perso Sinjar (in Iraq, ndr) il gruppo terroristico adesso e' accerchiato a Ramadi. Certamente Daesh non va sottovalutato, la sfida sara' lunga, ma l'azione della comunita' internazionale e' diventata piu' efficace". Per quanto riguarda l'invio di 450 nuovi soldati italiani in Iraq Gentiloni sottolinea che i nostri militari "a Mosul non andranno a combattere, ma a proteggere il lavoro di ripristino della diga". Sui malumori emersi a Baghdad, il ministro spiega di aver gia' confermato "una settimana fa al ministro degli Esteri dell'Iraq che tutto verra' fatto in coordinamento molto stretto con il governo di Baghdad".
Resta immutato l'impegno dell'Italia per "l'addestramento dei 'peshmerga' curdi ad Erbil e stiamo addestrando - ha concluso il titolare della Farnesina - la polizia e le forze di sicurezza che entrano progressivamente nella regione dell'Anbar", regione estremamente turbolente e sunnita dove per questo "adesso la prevalenza dei nuovi addestrati dall'Italia e' sunnita, saranno loro a garantire che non vi siano rappresaglie".
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, malgrado le memorie calcistiche sempre forti nel nostro Paese, non ha voluto dare il via a Bruxelles ad "un duello Italia-Germania ma (ad) un confronto fra idee diverse della prospettiva europea" e lo ha fatto partendo dalla richiesta di parita' di trattamento, spiega ancora Gentiloni.
"Semplicemente abbiamo chiesto che i criteri utilizzati per il South Stream (il gasdotto che dalla Russia doveva arrivare in Europa attraverso il Mar Nero, ndr) vengano applicati anche per il North Stream (il gasdotto dalla Russia alla Germania costruito nel 2011 che la Germania ora vuole raddoppiare benche' siano ancora in vigore le sanzioni Ue contro Mosca per la crisi ucraina, ndr)".
Per il titolare della Farnesina la richiesta di Renzi non e' un atto "ne' antieuropeo e tantomeno anti-tedesco: con la Germania condividiamo moltissimi capitoli della politica estera europea, abbiamo la stessa visione sulla crisi ucraina e sulle conseguenze delle sanzioni (riferimento non casuale, ndr), vogliamo il dialogo con la Russia, siamo uniti su questo e su molti altri aspetti...". Gentiloni conferma l'europeismo convinto del governo italiano: "il 19 gennaio a Roma si incontreranno i ministri degli Esteri dei 6 paesi fondatori dell'Europa unita: vogliamo capire come andare avanti meglio, con piu' unita', ma anche con piu' rapidita' e prontezza della Ue. II governo italiano lavora per rafforzare un europeismo possibile che deve rispondere ai cittadini. Le rigidita' con cui a volte si affrontano le questioni di politica economica, e non solo, rischiano di compromettere l'Unione europea" e "stando fermi nel 2016 vedo arrivare una tempesta perfetta per alimentare sentimenti antieuropei. Dobbiamo uscire da questo cortocircuito".
In generale Gentiloni rivendica che "l'Italia rispetta le regole, applica i margini di flessibilita' concessi dalle regole di bilancio in una legge di stabilita' che riduce le tasse e promuove la crescita. Se c'e' rigore vorremmo vederlo applicato a tutti nelle stesse misure. A volte ci sono decisioni incomprensibili: come decidere procedure di infrazione sull'immigrazione, che e' come fare le pulci burocratiche a un paese che da 2 anni offre esempio nel soccorso in mare, nel salvare migranti". (AGI)