Roma - Sarà un Natale terribile per almeno cinque italiani, quelli che sono privati di libertà e ostaggi di sconosciuti in due tra i luoghi al momento più pericolosi al mondo. Si tratta di padre Paolo dall'Oglio e dei quattro tecnici della Bonatti rapiti in Libia il 19 luglio scorso. L'ultimo italiano liberato, il 9 giugno scorso, è stato il 68enne medico medico-ortopedico catanese Ignazio Scaravilli, anche lui rapito in Libia.
DALL'OGLIO: il gesuita Paolo Dall'Oglio, fondatore della comunità monastica di Deir mar Musa, in Siria, è scomparso nel luglio 2013 a Raqqa, la città nel nord del Paese, da un anno e mezzo roccaforte dei terroristi dell'Isis nel Paese. Sulla sorte del gesuita, del quale anche papa Francesco ha chiesto la liberazione, si rincorrono da mesi le voci più disparate, comprese quelle più tragiche. Sessanta anni, romano, in grado di parlare l'arabo e profondo conoscitore dell'Islam, aveva rifondato la comunità monastica cattolica-siriaca di Mar Musa, che negli anni è diventato un luogo di dialogo e confronto interreligioso.
I TECNICI DELLA DITTA BONATTI: da cinque mesi sono scomparsi in Libia quattro italiani, dipendenti della società di costruzioni parmense Bonatti: Gino Policardo, Filippo Calcagno, Salvatore Failla e Fausto Piano, sequestrati nei pressi dell'impianto petrolifero e gasiero di Mellitah, un'area sotto il controllo di milizie islamiste, vicine al governo di Tripoli. Rientravano dalla Tunisia e sono stati costretti a scendere dalla loro auto e fatti salire su un'altra. Da allora se ne sono perse le tracce. (AGI)
(24 dicembre 2015)