Roma - I militari italiani che saranno schierati a Mosul, in Iraq, a difesa della diga "potrebbero diventare bersaglio di attacchi simbolici da parte dell'Isis, ma sono preparati e il rischio e' basso". Lo ha sottolineato, in un'intervista all'Agi, l'esperto di sicurezza Carlo Biffani, fondatore di Security Consulting Group. "Riuscire a compiere una qualsiasi azione contro il nostro contingente darebbe all'Isis una visibilita' globale", ha spiegato Biffani. Per l'esperto, quella di Mosul "e' una zona che garantisce uno standard accettabile di sicurezza, un territorio non piu' pericoloso di altri teatri" di guerra. "Dalle informazioni che ho raccolto in queste ore e' emerso che la diga rischia seriamente di crollare e che il lavoro di messa in sicurezza, da parte dell'azienda Trevi di Cesena, deve essere avviato rapidamente", ha spiegato l'esperto.
Parlando dello schieramento dei 450 militari italiani, annunciato dal premier Matteo Renzi, Biffani ha sottolineato che "la protezione della diga non sara' un lavoro per incursori, ma per fanteria, truppe meccanizzate, para', unita' di logistica". Quanto alle possibili polemiche per il fatto che l'esercito protegga i lavori di un'azienda privata, Biffani ha ricordato che "non c'e' altra risorsa che un esercito che possa fare un'attivita' del genere". I militari italiani dovranno mettere a punto un sistema di difesa "a cerchi concentrici" intorno alla zona della diga, ha concluso l'esperto, e saranno possibili "pattugliamenti" nella zona, per sventare eventuali minacce. (AGI)
(16 dicembre)