Lione (Francia). - Marine Le Pen e' stata assolta dall'accusa di 'istigazione all'odio razziale e alla discriminazione nei confronti delle altrui convinzioni religiose'. Durante la campagna per le elezioni amministrative del 2010, la leader del Front National aveva paragonato l'ingombro delle strade da parte dei fedeli musulmani, intenti a recitare all'aperto le preghiere quando nelle moschee non c'e' piu' posto, all'occupazione nazista della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale. La sentenza e' arrivata 48 ore dopo la chiusura dei seggi per il secondo turno delle elezioni regionali, che ha visto il Fn sfiorare il 30% di voti pur non ottenendo la guida di nessuna regione. Il Tribunale Penale di Lione ha sentenziato che la 47enne leader dell'estrema destra non ha commesso alcun reato, accogliendo la richiesta dello stesso pubblico ministero che ne aveva sollecitato l'assoluzione. In sintesi, la Le Pen non avrebbe inteso riferirsi alla comunita' islamica francese nel suo complesso, ma soltanto a una minoranza che ostacola il passaggio sulla pubblica via. Se condannata, avrebbe rischiato una pena fino a un anno di reclusione e 45.000 euro di multa. Reduce dai risultati a doppia faccia nelle recenti regionali, trionfo nel primo turno del 6 dicembre e sconfitta due giorni fa al ballottaggio, la figlia di Jean-Marie Le Pen ha comunque portato il Fronte al record di consensi. Lei e il suo partito debbono pero' affrontare altri problemi giudiziari, tra cui le accuse di frode fiscale relative ai finanziamenti elettorali. (AGI)
(15 dicembre 2015)