(AGI) - Roma, 22 ott. - "Quando si dice che ci sono pressionidi minoranze" contro un accordo di unita' nazionale in Libiasignifica che "il contesto non e' tranquillo e pacifico, e lepressioni sono anche fisiche e militari". Cosi' ilministro degli Esteri Paolo Gentiloni davanti alle commissioniEsteri e Difesa alla Camera. Il titolare della Farnesina haspiegato che "le delegazioni impegnate nei negoziati in Maroccosono state spesso oggetto di attacchi militari nei percorsi trale loro citta' e gli aeroporti". L'accordo per un governo di unita' nazionale in Libia "e'nelle mani dei libici" e "nessuno puo' imporlo dall'esterno",ha aggiunto Gentiloni. L'invito speciale dell'Onu per la Libia Bernardino Leon,che si appresta a concludere la sua missione, vuole proseguirei negoziati in Marocco e anche nella stessa Libia, ha detto ilministro. Le possibilita' di negoziati in Libia pero', haprecisato il titolare della Farnesina, sono "tutte daverificare a livello di sicurezza". Gentiloni ha assicuratocomunque che Leon tentera' di arrivare "ad una strettaconclusiva" per "uscire dalle ambiguita'" e trovare un accordosu un governo di unita' nazionale. Sono "in crescita tutte le rotte migratorie, eccetto quelledel Mediterraneo centrale", ha spiegato il ministro degliEsteri. Questo, secondo il ministro, dipende "in parteprobabilmente dall'effetto di deterrenza" della missioneEunavfor Med. Una conferma, ha aggiunto, "la avremo neiprossimi mesi". (AGI).