Cambia il lavoro, cambiano le assicurazioni. La startup Zego ha incassato un round da 6 milioni di sterline (6,75 milioni di euro). L'investimento è guidato da un venture capital di peso come
Balderton Capital, include gli azionisti della prima ora come LocalGlobe e alcuni business angel del settore assicurativo. Fondata nell'aprile 2016, Zego aveva già ricevuto 1,2 milioni di sterline (1,4 milioni di euro) lo scorso luglio.
La startup produce polizze su misura per la cosiddetta gig-economy. Il presupposto è questo: i lavoratori a chiamata, senza stipendio fisso e formalmente in proprio come quelli di Foodora, Deliveroo o Uber, non hanno forme di tutela adatti alle proprie tasche e al proprio impiego. Zego propone quindi assicurazioni “a consumo”: si stipulano a tempo e si attivano solo solo quando serve, cioè solo quando autista o fattorino sono attivi e collegati all'app: anche solo per un'ora.
La società nasce proprio con la gig-economy in mente. Due dei tre fondatori sono ex manager di Deliveroo. E proprio durante quell'esperienza si sono resi conto di quanto mancasse una nuova forma assicurativa per un lavoro estremamente flessibile. Al momento si possono stipulare polizze per chi si muove in scooter (per circa 60 centesimi l'ora) e in automobili (per 1,30 euro ogni 60 minuti).
La spesa è a carico di autisti e fattorini. Le assicurazioni a consumo potrebbe essere una terza via che le società stanno cercando. Le piattaforme, infatti, non possono assicurare direttamente i propri collaboratori (anche perché sarebbe un'ammissione implicita che sono dipendenti). Possono però incentivare formule alternative, come quelle di Zego. Perché? Prima di tutto perché le polizze leggere hanno più probabilità di essere adottate dai driver, offrendo alle società un argomento da usare di fronte alle crescenti pressioni regolatorie. Allo stesso tempo, un accordo con società come Deliveroo e UberEats rende il servizio di Zego più efficiente. In due modi: la partnership diretta con la piattaforma consente ai lavoratori di essere assicurati in automatico, ogni volta che si collegano all'app; e poi, accedendo ai dati su orari e percorsi, Zego potrebbe creare polizze personalizzate.
La spesa resta però a carico dei lavoratori. Le assicurazioni su misura non risolvono quindi il tema di un impiego in proprio che dipende da una singola piattaforma. Sono il segno della negoziazione in corso, all'interno della gig-economy, tra governi, tribunali, autonomi (o presunti tali) e imprese.