Il via libera del Wto alle sanzioni Usa per 7,5 miliardi di dollari contro l'Unione europea potrebbe costare all'Italia oltre un miliardo di euro. La decisione dell'Organizzazione per il commercio, che ha ritenuto l'Europa colpevole di aver concesso aiuti illegali ad Airbus, consente a Washington di aumentare le tariffe all'importazione fino al 100% su una lista di prodotti indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense e pubblicata nel Registro Federale.
Il calcolo è della Coldiretti che ricorda come l'importo stabilito dal Wto sia pari a circa un terzo rispetto ai 21 miliardi di dollari minacciati inizialmente dagli Stati Uniti. Washington deve ora avviare la procedura con la pubblicazione, già entro questo mese, della lista definitiva di prodotti europei da colpire. E se saranno mantenute le stesse merci indicate in via preliminare, osserva Coldiretti, l'Italia potrebbe essere dopo la Francia il paese più colpito.
A pagare il conto più salato rischia di essere l'agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffé. In pericolo sono soprattutto i formaggi, anche per le pressioni della lobby dell'industria casearia Usa (Ccfn) che ha recentemente scritto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni dall'Europa.
Quello americano è, dopo la Germania, il secondo mercato estero per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali, afferma Coldiretti, la tassa potrebbe arrivare fino a 15 dollari al kg, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al kg. A un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi, stimato nell'80-90% del totale dal Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Ma il re dei formaggi non è il solo simbolo del Made in Italy a tavola che potrebbe rimanere vittima della lite tra Washington e Bruxelles. Un altro esempio è rappresentato dalla Mozzarella di Bufala Campana Dop, che negli Usa costa 41,3 euro al chilo e su cui l'attuale dazio è di 2 euro al chilo. O dall'olio extravergine d'oliva venduto negli States a 12,38 euro al litro in media, su cui attualmente non c'è dazio sull'olio, le cui esportazioni nel 2018 hanno toccato quota 436 milioni.
O ancora dalla pasta, con un export di 305 milioni, il cui dazio è in media di 6 centesimi al kg. E in pericolo c'è pure il Prosecco, il vino italiano più esportato all'estero, che ha visto gli Stati Uniti diventare nel primo semestre del 2019 il principale mercato davanti alla Gran Bretagna grazie a un aumento in valore del 41%. Il prezzo negli States è attualmente di circa 10-15 euro a bottiglia.