Jump approda a Roma con 700 biciclette rosso fiammante. Ma l’ambizione è far aumentare il numero, gradualmente, fino a 2.800 unità. Il servizio di bike sharing acquisito lo scorso anno da Uber, coprirà nella capitale un’area di 57 chilometri quadrati. Non saranno interessate solo le zone del centro storico ma anche quelle più esterne come Eur, Quartiere Coppede, Monteverde Nuovo e Fleming.
In futuro, il servizio di bike sharing sarà disponibile anche per i turisti. “Saremo in stretto dialogo con l’amministrazione comunale e con utenti e attivisti romani di biciclette. E questo perché si tratta di gruppi molto impegnati nel settore, che conoscono bene la città e le sue esigenze. Sarà una collaborazione su cui investiremo molto”, ha dichiarato all’Agi Michele Biggi, Jump General Manager Europa del Sud-Est . “ L’ambizione è quella di dar vita a una piattaforma di bike sharing a lungo termine”.
Il battesimo di Jump nella capitale si è tenuto questa mattina alla presenza della sindaca di Roma Virginia Raggi, che nei giorni scorsi aveva diffuso con entusiasmo, sui suoi canali social, l’arrivo in città del nuovo servizio di bike sharing.
“Tengo molto a lodare l’impegno e la sensibilità della sindaca e della sua squadra per la mobilità sostenibile. È molto importante anche la loro volontà di garantire alla cittadinanza romana delle alternative”, ha sottolineato Biggi. “A Roma noi approdiamo con un manager e un team romani. Questo, a mio avviso, è uno dei tanti ingredienti che concorrono per avere una percezione puntuale e forte delle esigenze locali, di ciò di cui la città ha bisogno”.
La cerimonia di insediamento della nuova bicicletta a pedalata assistita in capitale è arricchita da una promozione valida fino al 31 novembre: l’azienda renderà gratuiti i primi venti minuti di fruizione del servizio. “L’idea è quella di facilitare il primo utilizzo. Investiamo molto sul valore dell’esperienza. Consapevoli che quello offerto da Jump offre è un servizio di qualità, le nostre aspettative circa l’apprezzamento di chi sceglierà di utilizzare il nostro prodotto sono alte”, ha continuato Biggi. “Nelle città europee in cui questo servizio è da disponibile da 6-9 mesi, il riscontro della cittadinanza è più che positivo”.
Il radicamento internazionale di Jump
Con Roma ora il servizio offerto da Jump sarà disponibile in nove grandi città d’Europa, e in oltre 15 degli Stati Uniti d’America.
La famosa due piedi rosso fiammante è una bici composta da oltre 200 componenti di qualità, fabbricati in Cina, Europa, Usa. L’assemblaggio è made in Usa e Portogallo mentre il design prettamente americano. “L’attenzione al perfezionamento del prodotto è assidua e costante. È una nostra priorità”, sottolinea Biggi. “Inoltre, il nostro servizio di sharing ha come obiettivo quello di essere molto più facile, a livello di accessibilità, anche per chi non è un fruitore abituale o appassionato di due piedi. Quindi vogliamo mirare e incoraggiare anche l’utenza casuale: questo facilita molto la sensibilizzazione al prodotto, e alla mobilità condivisa in generale”.
Come si noleggia una bicicletta Jump
Come per gli altri servizi di bike sharing, anche Jump di Uber si serve di un’apposita app. L’utente che decide di muoversi in città in sella a una bici accede con il cellulare all’applicazione della società californiana e visualizza su una mappa dove sono posteggiate le bici, così da scegliere quale raggiungere per iniziare il percorso. Una volta localizzata, la bici viene sbloccata inquadrando il QR-code, di cui il mezzo è dotato, con lo smartphone. Una volta controllati sellino e freni, la corsa può iniziare. A destinazione raggiunta, si procederà con la chiusura manuale del lucchetto e la conferma di fine corsa tramite l’app. Il pagamento avviene grazie alla carta di credito registrata su Uber.
Le caratteristiche
Telaio in alluminio, freni a disco, un nuovo display con pannello di controllo, GPS in tempo reale e connettività LTE. Queste sono solo alcune delle componenti ad alta tecnologia di cui la bici Jump dispone.
“Un’altra caratteristica molto interessante è la disposizione di un vano dove poter inserire lo smartphone, così da facilitare la navigazione mantenendo il controllo del manubrio, e quindi della guida”, sottolinea Biggi. “Inoltre, il prodotto è dotato di una batteria rimovibile. In questo modo, il nostro team di operatori non deve riportare il mezzo in magazzino per il cambio e la ricarica del componente. Si tratta di un’innovazione che dal punto di vista operativo è fondamentale per l’efficienza e la puntualità del servizio che offriamo. A Roma sarà operativa una squadra di 40 collaboratori “di campo”, tutti romani e appassionati del mondo del biking. Saranno loro a garantire il perfetto funzionamento del bike sharing di Jump nella capitale”, ha continuato Biggi.
La bicicletta JUMP, per altro, è dotata di un lucchetto con cavo integrato e retrattile che può essere allacciato in modo affidabile su portabici pubblici o altre infrastrutture consentite. Bloccare le biciclette alle rastrelliere significa dare un importante contributo per non alterare l’ordine pubblico, prevenendo l'ingombro e il furto e può aiutare a garantire che le biciclette finiscano nelle aree destinate al parcheggio delle stesse. Il design "lock-to" consente inoltre una maggiore flessibilità: i ciclisti non devono più affidarsi a stazioni fisse. “Queste sono tutte caratteristiche a cui teniamo molto e che ci fanno ben pensare. Testimoniano come questo prodotto è in grado di integrarsi perfettamente nelle città in cui viene ospitato”, ha continuato Biggi. “Inoltre le bike Jump hanno un peso superiore alla media per garantire maggiori stabilità e sicurezza durante la fruizione del servizio”.
Perché Roma
“A nostro avviso Roma è fantastica per il nostro prodotto, che abbiamo accuratamente testato per le strade della capitale. Pensiamo questo sia per le sue caratteristiche topografiche sia per il suo clima: entrambe si presentano molto favorevoli ad accogliere questo servizio di bike sharing”, sottolinea Biggi. “Inoltre, il nostro è un prodotto molto diverso da quello proposto da altri servizi di bicicletta condivisa. Si tratta di un mezzo tecnologicamente molto avanzato. Anzitutto offre un servizio di pedalata assistita: proprio per questo viaggiare su una bici Jump costituisce un’esperienza più simile a un giro su uno scooter elettrico piuttosto che su una bicicletta classica. E poi garantisce una facilità di utilizzo e di integrazione con il traffico cittadino decisamente superiore a tutte le altre biciclette smart”. “Il nostro obiettivo è, gradualmente e in partnership con le città del continente, arrivare a tutte le grandi metropoli europee. Ed io sono personalmente molto contento di iniziare da Roma. Vedo delle potenzialità di successo immense”.
“Da parte nostra c’è molto impegno nel rendere Jump per i romani un servizio di grande accessibilità dal punto di vista economico. Oltre all’imminente mese di promozione per il lancio del servizio nella capitale, il prezzo per il noleggio della bicicletta sarà molto conveniente. Cinquanta centesimi per lo sblocco della bicicletta e venti centesimi per ogni minuto di pedalata. In base ai nostri calcoli, circa la durata media di un viaggio, il prezzo finale per corsa si aggira sui 3-4 euro”, ha sottolineato Biggi. Jump sta lavorando anche per attivare dei pacchetti di abbonamento per ammortizzare ulteriormente il prezzo. Delle forme di pacificazione che incentivano i premi di utilizzo quotidiano, che è poi rappresenta l’obiettivo che noi come azienda ci poniamo ogni giorno”.
L’origine di Jump
La società è stata fondata da Ryan Rzepecki, che per dieci anni è stato sia un forte attivista di biking negli USA che un attento pianificatore urbano. Ha lavorato in un settore molto a contatto con le amministrazioni e le città. “Questa è una delle caratteristiche di Jump che ci ha spinto ad investire su questa società: una forte partnership con le città dove il servizio va ad operare”, ha sottolineato Biggi. “La seconda caratteristica è uno sforzo incredibile, quasi un’ossessione, nello sviluppo di un prodotto di grande qualità. Per questo abbiamo voluto investire su questo prodotto. Una scelta che, ad oggi, ci sta ripagando, visto il grande successo riscontrato in America e in Europa". “Il settore del bike sharing è mutato in un paio di anni. Da parte nostra c’è molta consapevolezza del fatto che la densità di prodotti offerti deve chiaramente essere costruita tenendo conto della domanda effettiva da parte di clienti e potenziali clienti. È molto importante anche la gradualità nel proporre questo tipo un servizio”, ha sottolineato Biggi. “Questo un tempo non accadeva, anche perché si trattava di un sistema ancora agli albori e poco compreso. La strategia era più aggressiva a livello di numeri e c’era poca consapevolezza riguardo i presupposti della sostenibilità finanziaria da parte delle aziende produttrici”.