Guai a dire che ce l'ha fatta, ma oggi Twitter può cinguettare allegramente. Il mercato premia la trimestrale con un rialzo del 15%, non tanto per il conto economico (anche in altre occasioni positivo) quanto per il numero degli utenti, che torna a crescere dopo un anno.
Twitter ha capito come guadagnare
Nel primo trimestre 2019, Twitter ha registrato un fatturato di 787 milioni di dollari, il 18% in più anno su anno. Migliore delle attese, come l'utile, a 191 milioni. Lievitano anche le spese (a 683 milioni), portando il margine operativo al 12%, comunque in lieve miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2018. Numeri come questi non sono più una novità.
Twitter, che fino al quarto trimestre del 2017 non aveva mai registrato utili, è al suo sesto periodo consecutivo in positivo. Insomma: Twitter ha capito come fare soldi. Anche lo scorso 7 gennaio, però, il conto economico aveva superato le aspettative. E anche allora Twitter aveva dato segnali di solidità finanziaria. Eppure Wall Street aveva risposto con un tonfo vicino al 10%. Perché la differenza sta tutta negli utenti.
Cosa è cambiato in tre mesi
A gennaio, Twitter aveva registrato il terzo calo consecutivo degli utenti mensili: 321 milioni. In un anno la piattaforma ne aveva persi 15 milioni. Tanti. Il ceo Jack Dorsey e i documenti ufficiali hanno parlato in parte di un effetto Gdpr (il regolamento europeo per la protezione dei dati, entrato in vigore a maggio), ma soprattutto di un'operazione di “pulizia”: Twitter ha bloccato un numero maggiore di bot ed estromesso profili colpevoli di rendere “nociva” la discussione social.
La scommessa di Dorsey, più volte ripetuta era questa: se non facciamo pulizia, non sopravviveremo. Davanti a un calo degli utenti così duraturo, però, analisti e investitori avevano iniziato a dubitare, penalizzando Twitter nonostante un quadro finanziario in deciso miglioramento. Aveva pesato anche la decisione di non divulgare, a partire dal secondo trimestre 2019, il numero di utenti mensile per introdurre una nuova metrica, quella degli iscritti attivi ogni giorno e “monetizzabili” (cioè raggiunti dalla pubblicità).
Nelle intenzioni di Twitter è un modo per focalizzare l'attenzione sulla parte “sana” della comunità, quella quotidiana, più fedele. Ma era stata letta come un segnale di opacità e, quindi, di debolezza: oscurare gli utenti mensili è un modo per nascondere quello che non va (e che non andrà)?
La crescita si fa “pulita”
Con la trimestrale appena diffusa, in un colpo solo Twitter conferma quanto di buono fatto a livello finanziario e smentisce le cassandre sugli utenti. La società ha bloccato la fuga. Gli iscritti non sono ancora al massimo storico (i 336 milioni del primo trimestre 2018) ma sono tornati a crescere: sono 330 milioni, 9 milioni in più rispetto allo scorso dicembre e ben oltre le attese.
Visti gli sforzi di Twitter per fare pulizia, gli analisti avevano ipotizzato 318 milioni di utenti, cioè un nuovo calo. E invece no. La notizia vale doppio perché, dopo due trimestrali di compresenza, dalla prossima Twitter rivelerà solo gli “utenti quotidiani monetizzabili”. La metrica che ha sempre misurato la platea di Twitter chiude quindi in bellezza, dando valore al suo successore: gli iscritti che frequentano la piattaforma ogni giorno sono 134 milioni, 8 milioni in più del trimestre precedente e 14 anno su anno.
Quindi crescono, accelerando (seppur lievemente) dal +9 al +11%. E lo fanno sia sul mercato statunitense (+8%) che su quello internazionale (+12%). Numeri che avvalorano la tesi di Dorsey. Pare che i mercati si stiano fidando della sua ricetta: la pulizia potrebbe davvero restituire una piattaforma più sana. Che vorrebbe dire più redditizia nel lungo periodo.
I punti deboli
Ora, dopo la sacrosanta sbornia, non ci sarebbe da meravigliarsi se gli umori del mercato cambiassero alla prossima trimestrale. A cercarle, le crepe si trovano, spesso proprio alle spalle dei dati che hanno premiato Twitter. Ad esempio: gli utenti attivi ogni giorno sono sì cresciuti, ma restano comunque relativamente pochi.
Snapchat, ad esempio, ne ha 190 milioni. È vero che il fatturato pubblicitario cresce da un anno e mezzo, ma a è anche vero che sta rallentando. Il progresso è stato del 29% nel terzo trimestre 2018, del 23% nel quarto e del 18% tra gennaio e marzo 2019. Le stime per il periodo in corso confermano la tendenza: il fatturato è previsto tra i 770 e gli 830 milioni, cioè con un progresso tra l'8 e il 16%.
Twitter ha stappato (giustamente) lo spumante pur crescendo meno rispetto a Facebook (+30%) e Snapchat (+39%). Il confronto è improprio, perché il giro d'affari di Facebook è enormemente più grande e quello di Snapchat meno della metà rispetto a quello di Twitter.
Ma sottolinea come tutto sia relativo e molto dipenda dalle aspettative. Vista com'è andata questa trimestrale, quelle che riguardano la società di Dorsey sono cresciute parecchio. Se gli utenti non cresceranno abbastanza, i buoni risultati appena pubblicati potrebbero essere riletti come una fiammata. L'uccellino azzurro dovrà dimostrare di non avere le ali di cera.