Il livello dello spread a 320 punti non rappresenta “una febbre a 40 ma neppure a 37”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo a una domanda di Bruno Vespa a Porta a Porta. Il ministro ha aggiunto: “Sappiamo che non possiamo mantenerlo troppo a lungo, lo spread alto pone un problema alla parte più debole del sistema bancario”.
La lettera inviata da Bruxelles all'Italia sulla manovra non è stata "molto meditata dalla commissione europea", ha aggiunto Tria, "la lettera ricevuta ieri mi ha lasciato perplesso e anche sorpreso per alcune valutazioni superficiali e addirittura per aver valutato negativamente provvedimenti che nemmeno ci sono" e "che saranno stati visti sui giornali". "Forse - ha aggiunto - è stata scritta un po' in fretta".
"Per ora non ci sono motivi" per cambiare la manovra perché "pensiamo sia corretta", ha proseguito, spiegando che "il contesto economico è cambiato da giugno ad oggi"; a giugno i dati ufficiali delle previsioni indicavano la crescita dell'Italia all'1,4%, adesso le previsioni del ministero senza interventi programmatici sono di una crescita dello 0,9%, "una caduta di mezzo punto percentuale". "Le previsioni non sono buone, ci sono incertezze forti sul piano internazionale - ha spiegato Tria - l'Italia segue la congiuntura europea e internazionale ed è sempre un punto di crescita in meno della media europa. Il primo obiettivo è alzare il tasso di crescita ed eliminare gap, secondo ridurre il rapporto debito/Pil".
Per Tria il governo non poteva "accettare il rallentamento dell'economia con conseguenze in termini di occupazione, di prospettive di imprese che devono investire, di investitori internazionali". E ha concluso: "Noi crediamo che manovra espansiva, molto moderata perché 2,4% di deficit è molto moderato, era quello che andava fatto per impedire la caduta della nostra crescita".