Il giorno in cui Tim ha chiesto la cassa integrazione per 3-4 mila persone, l'amministratore delegato Amos Genish ha ribadito di non voler cedere per nessun motivo la rete una volta completate le operazioni di scorporo.
L'azienda ha inviato una lettera al ministero del Lavoro per avviare le procedure per richiedere la cassa integrazione straordinaria per circa 3-4.000 persone per gestire gli esuberi. Dall'avvio dell'iter partono 25 giorni di trattativa tra azienda, ministero e organizzazioni sindacali per esaminare soluzioni alternative alla cgis.
L'azienda aveva messo in campo l'ipotesi di cassa integrazione per gestire gli esuberi già a metà marzo, poi il braccio di ferro tra Elliott e Vivendi aveva fatto passare in secondo piano la questione.
"Siamo stati informati stamattina da parte dei vertici di Tim", ha riferito Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil. "Dopo diversi mesi di stallo nelle relazioni industriali, l'azienda ha deciso di partire unilateralmente con la richiesta di questo ammortizzatore sociale. Apriremo un confronto con il ministero per ricercare soluzioni alternative a quelle scelte da Tim che sono sicuramente più drastiche. Per quanto ci riguarda occorre avere chiarezza e certezza sui livelli occupazionali e sull'interesse del perimetro di questa importante azienda".
Dal canto suo l'azienda auspica un confronto costruttivo. "Tim ha avviato fin dal mese di gennaio 2018 un confronto con le organizzazioni sindacali per individuare le misure a sostegno del Piano Industriale DigiTim ed in particolare definire un piano organico e coerente con le finalità e i target annunciati. Malgrado le numerose occasioni di approfondimento congiunto e le disponibilità manifestate dall'azienda ad un costruttivo e risolutivo confronto, non è stato possibile raggiungere una soluzione condivisa e adeguata alle sfide di trasformazione dell'azienda".
Il primo azionista, Vivendi, andato in minoranza all’ultima assemblea, ha diffuso da Parigi una nota in cui si dice 'preoccupato' per la nuova governance del gruppo telefonico al punto che potrebbe 'come prevede la legge, chiedere la convocazione di un’assemblea per proporre di riorganizzare il consiglio' scrive il Corriere.
Il direttore finanziario, Piergiorgio Peluso ha spiegato che la cassa integrazione dovrebbe portare a Tim un contributo di 100 milioni di euro sull'intero anno. Ma il gruppo ha anche annunciato che farà ricorso contro la multa da 74,3 milioni di euro del governo italiano in base al decreto sul golden power e ha precisato che il nuovo Cda, targato Elliott, sostiene il piano e il management.
Lamentando di non aver raggiunto "una soluzione condivisa e adeguata alle sfide di trasformazione dell’azienda", Tim descrive a Repubblica come "inevitabile" la mossa sulla cassa integrazione per "salvaguardare gli obiettivi industriali, unitamente alle esigenze di sostenibilità economica ed organizzativa dei livelli occupazionali". L'auspicio resta di trovare un accordo.