Meno tasse, nel senso del numero delle imposte, niente più condoni, niente più dichiarazione dei redditi, nemmeno quella precompilata. Lo Stato ha abbastanza dati per fare da solo i calcoli in tasca ai contribuenti, basta incrociarli bene. È questa la rivoluzione del Fisco in 5 anni annunciata dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Ruffini, in una intervista a Repubblica.
“Nel momento in cui il Fisco possiede tutti i dati, ti presenta l'elaborazione di quegli stessi dati e tu da controllato diventi controllore del fisco. Ti fornisco un servizio e hai il diritto di vedere se ho lavorato bene", spiega. Per abolire completamente la dichiarazione dei redditi, dice Ruffini, ci vorranno cinque anni. "L'Italia ha, senza dubbio, un numero di imposte superiore alla media europea. In Svizzera ci sono 25 leggi fiscali, la Germania ha 35 testi unici. Noi abbiamo 388 leggi e 396 decreti attuativi. Solo il testo unico delle imposte sui redditi ha 76 mila parole. Dal 1994 il numero di caratteri è più che raddoppiato. Dal 1986 ha subito 1.200 modifiche. Ma tutti i Paesi, Stati Uniti compresi, lamentano gli stessi problemi".
Dice ancora il direttore delle Entrate: “Quando il Fisco commette un errore, può e deve restituire i soldi con gli interessi. Quest'anno, per esempio, abbiamo già restituito 10 miliardi di Iva e 2 di imposte sui redditi. Ma il tempo sottratto non lo si può restituire alle imprese e ai cittadini. Né a chi lavora qui dentro. E il tempo ha una sua sacralità". Aggiunge: "Il termine 'Fisco amico' non mi piace. Gli amici si scelgono. Il Fisco può essere al massimo un parente, visto che i parenti non si scelgono. Ma a patto che non sia indigesto né invadente. Il recupero dell'evasione è uno degli ambiti operativi dell'Agenzia, ma non l'unico. Centinaia di miliardi entrano spontaneamente: poi, certo, ce n'è anche una parte che entra grazie ai recuperi. Dobbiamo cambiare visione: l'interlocutore di Agenzia non dovrà essere un codice fiscale, ma il cittadino. Con la C maiuscola".
Sulla Rottamazione delle cartelle
"Rottamazione, lo dico da tributarista, non è tecnicamente un condono. L'Agenzia delle entrate - Riscossione non riscuote solo le imposte evase e non sempre chi riceve le cartelle si può definire evasore. A Bologna mi è capitato un signore con una cartella di 6 mila euro di mense scolastiche non pagate, multe dell'autobus e dell'autostrada: aveva perso il lavoro. Era un evasore? Il 53% ha debiti non superiori a 1.000 euro. Credo che dare ai cittadini la possibilità di mettersi in regola senza un salasso di sanzioni e interessi non sia sbagliato".
Il Fisco incassa alla fine circa il 10% dei 817 miliardi di euro di crediti accertati. Dice Ruffini: "Non c'è un Paese che abbia un magazzino così vasto, soprattutto per il tempo, 17 anni. Non sono solo crediti fiscali ma molto di più. Ad esempio multe e contributi previdenziali, calcolati dal 2000 al 2017, che per una serie di motivi non sono mai né recuperati né restituiti agli enti creditori. Imprese fallite, persone scomparse o senza reddito. Il paradosso è la sommatoria degli anni (...) Nel 2016 abbiamo vinto sette cause su dieci. Il problema è anche lì quanto si incassa dopo aver vinto".
Sul recupero dell'evasione
"Il ruolo di Agenzia è come il tutor in autostrada. Non serve a fare multe, ma a far rispettare i limiti. Le tasse dobbiamo pagarle tutti. Il giusto. L'attività dell'Agenzia è valutare i profili di rischio. La riorganizzazione interna varata pochi giorni fa, che ora è nelle sapienti mani del ministro Pier Carlo Padoan, prevede un meccanismo tale da individuare le tipologie di contribuenti con particolare attenzione al rischio. Per capire qual è il settore dove più facilmente si può nascondere l'evasione. Il nuovo modello guarda alla realtà fuori da questa porta e pone al centro i servizi ai cittadini". “Se andiamo verso un sistema che rende tutto più semplice, deve aumentare il dato della compliance spontanea rispetto al recupero di evasione".
Sulla riduzione del contante circolante
"Negli anni passati non ha determinato un calo dell'evasione. Il problema è la sua tracciabilità. Per esempio, introducendo una norma che esclude dalle detrazioni i pagamenti in contanti se non sono tracciati. Molto più efficace è la fattura elettronica".
Sulla necessità delle tasse
"La bellezza non è una categoria applicabile alle tasse. Le tasse sono il prezzo che paghiamo per vivere in questa società. E vorrei che quando arriva una lettera dell'Agenzia non sia un momento di scompenso cardiaco, perché noi lavoriamo a recuperare risorse per dare concretezza ai diritti dei cittadini: allo studio, alla salute, ai servizi".
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