Bisogna evitare vitare interpretazioni fuorvianti perché l'obiettivo della supremazia quantistica è ancora lontano. Dario Gil, direttore dell'Ibm Research, commenta all'Agi l’annuncio di Google, poi rimosso, di aver costruito un computer quantistico in grado di risolvere un calcolo più velocemente del più potente computer classico oggi in commercio.
“L’esperimento e il termine ‘supremazia’ sono oggetto di facile fraintendimento da parte di quasi tutti. Se vogliamo sfuggire a un ‘inverno quantico’, detto per analogia con i passati ‘inverni dell’Intelligenza artificiale’, dovremmo quindi evitare l'interpretazione fuorviante trasmessa dal termine ‘supremazia quantistica’”, spiega Gil. Ibm è una delle aziende che compete con Google nello sviluppo di questa tecnologia.
"I computer quantistici non sono ‘supremi’ rispetto ai computer classici in virtù di un esperimento di laboratorio progettato essenzialmente, ed esclusivamente, per implementare una procedura di campionamento quantistico molto specifica senza applicazioni pratiche”, prosegue. “Piuttosto, computer classici e computer quantistici sono destinati a lavorare di concerto tra loro, sfruttando ognuno i propri punti di forza e le proprie unicità”.
“Affinché la quantistica abbia un impatto positivo sulla società”, argomenta il direttore di Ibm Research, “il compito che ci attende è di continuare a costruire, rendendoli accessibili il più possibile, sistemi di calcolo quantistico programmabili in grado di implementare, in modo riproducibile e affidabile, una vasta gamma di algoritmi e programmi (quantistici). È questo è l'unico modo per realizzare soluzioni pratiche in quest'area. Solo allora arriveremo all'era del vantaggio quantistico, usando una combinazione tra i due sistemi computazionali (classico e quantistico) per accelerare la scoperta in ambito scientifico e creare valore commerciale nel business”. “Questo obiettivo, a prescindere dalle attuali affermazioni, non è stato realizzato”, conclude.