Lo spread tra Btp e Bund tedeschi ha chiuso una giornata euforica sotto quota 200 punti (198,6 per l'esattezza), ai minimi da maggio 2018, e il rendimento del decennale viaggia al 1,59%, minimo dal dicembre 2017. È il giorno dello stop ufficiale alla procedura Ue per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia.
E le Borse del Vecchio Continente brindano, spinte anche dalle nuove nomine ai vertici Ue, tra cui quella di Christine Lagarde alla Bce, che gli investitori leggono come la possibilità di ulteriori politiche monetarie di sostegno all'economia. A Londra l'indice Ftse 100 guadagna lo 0,66% a 7.609,32 punti; a Parigi il Cac 40 avanza dello 0,75% a 5.618,81 punti e mette a segno un nuovo record annuale, a Francoforte il Dax guadagna lo 0,71% a 12.616,24 punti.
Piazza Affari è quella che corre di più, con l'indice Ftse Mib che chiude al +2,4% a 21.905,34 punti. Sul fronte dei cambi, l'euro è stabile sotto 1,13 dollari, a 1,1282. Il biglietto verde ieri ha perso terreno per la ripresa delle incertezze sul negoziato tra Cina e Usa. I mercati, dopo le speranze legate alla tregua scaturita dal vertice Xi-Trump, s'interrogano sulla reale fattibilità di un accordo a breve. La moneta europea passa di mano a 121,53 yen. Dollaro/yen cala a 107,74.
Wall Street viaggia oggi in territorio positivo, anche per la percezione da parte degli investitori della possibilità che la Fed tagli a fine luglio i tassi di un quarto di punto. L'annuncio del presidente Usa, Donald Trump, di voler nominare nel board della federal Reserve le 'colombè Christopher Waller e Judy Shelton rassicura gli investitori sul sostegno delle banche centrali all'economia.
Vero che il Pil Usa corre solidamente sul 2% ma è anche vero che ci sono piccoli segnali che la crescita americana - che continua ininterrotta da un decennio - comincia a mostrare segnali di scricchiolamento. Ad esempio, oggi, i dati sull'occupazione nel settore privato mostrano un andamento deludente nella creazione di nuovi posti di lavoro mentre a maggio è salito sensibilmente il deficit commerciale, trainato dalle importazioni nel settore automobilistico e da un record negativo nel commercio con il Messico.
Last but not least, il forte calo del tasso di interesse decennale sul debito Usa, che si è attestato all'1,956%, il più basso dalla fine del 2016, rispetto all'1,974% del giorno prima della chiusura. Questo tasso è generalmente percepito come il riflesso delle aspettative di crescita e inflazione negli Stati Uniti e spesso diminuisce quando le prospettive sono cupe. I dati ufficiali sul mercato del lavoro sono intanto attesi per venerdì prossimo.
Alla Borsa di New York a metà seduta il Dow Jones avanza dello 0,58% a 26.940,98 punti, il Nasdaq lo 0,61% a 8.158,58 punti e lo S&P 500 aggiorna ancora record intraday a 2.992,45 punti (+0,65%). Restando negli States, le scorte settimanali di petrolio sono scese, ma meno di quanto si aspettavano gli analisti.
Secondo l'Eia, le riserve di greggio sono diminuite di 1,1 milioni di barili a 468,5 milioni, mentre gli analisti si attendevano un calo di 2,96 milioni di barili. Le scorte di benzina sono diminuite di 1,6 milioni di barili (glia analisti prevedevano una diminuzione di 2,4 milioni di barili). La produzione di petrolio, sempre la settimana scorsa, è leggermente aumentata a una media di 12,2 milioni di barili al giorno. La cifra è vicina al suo record di 12,4 milioni di barili raggiunto qualche settimana fa. Grazie a tali livelli gli Stati Uniti si confermano il maggiore produttore mondiale di oro nero.