Il mercato degli investimenti in startup non cresce. Anzi, nei primi 6 mesi del 2017 sono stati investiti 75,3 milioni in imprese innovative italiane. Il dato, calcolato da Agi e che include anche i 936 mila euro raccolti dalle cinque principali campagne di equity crowdfunding già chiuse con successo, è in calo del 13% rispetto a quello relativi allo stesso periodo dello scorso anno, chiuso a quota 86,2 milioni. Ed è la prima volta che succede da quando viene calcolato questo dato, cioè dal 2012. L'ultimo, vistoso calo degli investimenti si era avuto nel 2014, poco dopo l'esaurirsi dell'effetto fondo Ht per il Mezzogiorno che aveva fatto decollare il mercato nel biennio 2011-2013.
Il numero delle operazioni è rimasto stabili (dai 36 dello scorso anno ai 39 del 2017). Si è ridotto il taglio medio degli investimenti (da 2,4 a 1,9 milioni). Se il primo trimestre aveva registrato investimenti per 38,7 milioni, tra aprile e giugno il dato si è fermato a 36,5 milioni. Spiccano cinque round oltre il milione ma soprattutto i 14 milioni raccolti da Satispay, anche se non ancora concluso, ma diamolo per buono. Gli altri round milionari sono di Codemotion, GreenBone Ortho, Wise e Borsadelcredito, questi 'round' a tutti gli effetti. Se il primo trimestre aveva registrato investimenti per 38,7 milioni, tra aprile e giugno il dato si è fermato a 36,5 milioni.
All'estero 4 startup italiane hanno raccolto 15 milioni
Allargando lo sguardo alle startup fondate da team italiani con sede all'estero, il conto migliorerebbe. Se nella cifra si conteggiassero anche gli investimenti in Soldo, Multiply Labs, Mogees e Oval, il secondo trimestre arriverebbe a 50 milioni. Il round da 11 milioni di dollari di Soldo (chiuso il 21 giugno) vale poco meno di tutti gli investimenti ottenuti da startup con sede in Italia durante tutto il mese.
Mizzi (Invitalia Ventures): "Dato sconfortante, è emergenza nazionale"
"Il dato è sconfortante e conferma le nostre sensazioni di un anno 'lentò e peggiore del precedente" ha detto ad Agi Salvo Mizzi, amministratore delegato di Invitalia Ventures, fondo di venture capital della controllata del ministero dell'Economia, commentando i dati sui primi sei mesi di investimenti in startup italiane, che vedono il nostro paese arretrare del 13% rispetto allo scorso anno con 75,3 milioni investiti.
"Cresce l'urgenza di un intervento deciso, servono più stato e più mercato" continua Mizzi. Il modello c'è e arriva dalla Francia: "Dopo la nuova iniziativa di Macron (un fondo pubblico di 10 miliardi annunciato lo scorso 26 aprile scorso, ndr) il modello Bpi (banca pubblica di investimento francese nata nel 2012, ndr) è il nuovo standard Europeo". Per Mizzi non si parte insomma senza un decisivo contributo strategico di investimenti pubblici in innovazione. "Con 9 o 10 operatori venture capital in Italia siamo ancora in fase premoderna. Ne servono almeno il doppio e con urgenza. C'è da dire anche che servono meno annunci e più fatti concreti. Della retorica non se ne può più. Questa dell'innovazione è una vera emergenza nazionale".