Articolo aggiornato alle ore 19,50 del 3 luglio 2019.
Sono 130 i punti recuperati dallo spread tra Btp italiani e omologhi Bund tedeschi dal 20 novembre scorso, vigilia della bocciatura della manovra di bilancio italiana a Bruxelles, a oggi. Quel giorno il differenziale schizza in chiusura fino a 326 punti, per un rendimento del 3,61%. In sette mesi la distanza tra i titoli italiani e quelli di Berlino si è ridotta sotto i 200 punti per un tasso dei Buoni del Tesoro tricolore sotto l'1,6%. Con gran sollievo di conti pubblici e bilanci bancari. Lo spread chiude a 198,6 punti dopo aver aperto a 216 e aver chiuso ieri a 222 punti base.
Il problematico rapporto tra maggioranza giallo-verde e i mercati si mostra sin da subito. Il 5 marzo 2018, primo giorno di Borse aperte dopo le elezioni, lo spread si attesta a 137 punti. Ma il timore che l'alleanza che si sta formando possa spingere l'Italia fuori dall'euro accende la tensione. Il picco viene raggiunto il 29 maggio, quando il differenziale vola oltre la soglia dei 300 punti.
L'effettiva entrata in carica dell'esecutivo calma le acque e progressivamente lo spread torna a contrarsi. A giugno viaggia sui 220 punti, a fine settembre è ancora attorno a quota 230. A riaccendere la miccia sono le trattative per la messa a punto della manovra.
Il differenziale si impenna e il 9 ottobre torna sopra quota 300. Lo scontro sui numeri con la commissione europea fa il resto fino a un picco di 335 nel durante del 20 novembre. L'accordo con Bruxelles riporta un po' di calma e il differenziale rientra fino a quota 243 a fine gennaio.
L'ipotesi che la commissione possa aprire una procedura di infrazione sul debito contro l'Italia riappicca l'incendio. Per tutto maggio il differenziale si mantiene a cavallo dei 280 punti. Poi, l'intervento di Mario Draghi, che di fatto prelude a un nuovo programma di quantitative easing della Bce, e l'assestamento di bilancio, che assicura la promozione dei conti italiani a Bruxelles, riportano il sereno. Fino all'exploit di oggi, con lo spread sotto i 210 punti, come non accadeva da maggio 2018.