Dimentichiamo il passato (le console) e guardiamo avanti. Certo, Playstation e Xbox non scompariranno a breve, ma è questo il senso dell'accordo tra Sony e Microsoft. Le due hanno firmato un'intesa per “lo sviluppo congiunto di future soluzioni cloud su Microsoft Azure per supportare i rispettivi servizi di giochi e lo streaming di contenuti”. Per ora si tratta di un memorandum, i cui dettagli non sono noti. Ma l'obiettivo è chiaro: il mercato dei videogiochi in streaming, che ha subito una decisa accelerazione con il lancio di Stadia, il servizio di Google.
Perché conviene a Sony
Oltre a competenze di settore e una scuderia di giochi, lo streaming ha bisogno di un'infrastruttura cloud che oggi poche società possono offrire: Google (che ha già fatto la sua mossa), Amazon (che si dice possa lanciare un proprio servizio di videogiochi) e – appunto – Microsoft (che a breve lancerà la propria Netflix dei videogiochi, Project xCloud). Sony non è della partita del cloud. E anche per questo, sin da subito, era parsa tra le società più esposte in uno slittamento verso lo streaming.
Non a caso, nella seduta di borsa successiva al lancio di Stadia, il titolo della società giapponese è stato quello che ha pagato di più, il 3,38%. Sony ha quindi percorso una delle poche strade possibili: sfruttare l'infrastruttura cloud di Microsoft per ampliare il proprio servizio in streaming (PlayStation Now). Una mossa che ha spinto il titolo a un rialzo del 9%.
Perché conviene a Microsoft
Il gruppo giapponese resta comunque un concorrente, sia nei giochi online che nelle vendite delle console. E allora cosa ci guadagna Microsoft? Acquisisce un nuovo, importante, cliente. E soprattutto lo sottrae ad Amazon o Google. Se c'è una cosa che i due giganti guidati da Bezos e Pichai hanno meno di Microsoft, è un passato nel settore. Una carenza che si sarebbe potuta colmare più velocemente accordandosi con Sony. Anche per Microsoft, quindi, l'intesa è importante, soprattutto perché il futuro della compagna sia più legato ad Azure che alle console. L'aspra battaglia può quindi essere messa in secondo piano (anche se non scomparirà) in nome di business più ampi. Cioè streaming di videogiochi e cloud. C'è però anche altro.
L'accordo parla di sviluppo di “soluzioni basate sull'intelligenza artificiale”(nelle quali Microsoft è all'avanguardia) e di nuovi “semiconduttori” (cioè sensori evoluti), campo in cui è Sony a poter dare maggiore apporto. È quindi possibile che la combinazione di queste competenze possa portare a nuove esperienze, non solo di gioco ma anche – come spiegano le società in un comunicato - “per le imprese”. Il titolo di Microsoft non avuto scossoni. Un po' perché i vantaggi dell'accordo con Sony sembrano meno immediati. E un po' perché ci vuole altro per muovere le azioni di una società che capitalizza quasi mille miliardi.
Playstation contro Xbox
Certo fa effetto che dopo quasi due decenni di battaglie, Sony e Microsoft sottoscrivano un accordo. In fondo la storia delle due console è strettamente legata. Raccontando la nascita della Xbox, uno dei suoi padri - Ed Fries – ha spiegato che il primo progetto era stato bollato da Bill Gates come “un insulto per la società” e da Steve Ballmer come “una perdita di soldi”, prima di tutto perché la console non adottava Windows come sistema operativo.
La disposizione dei due manager cambiò nel giro di alcuni minuti grazie a una domanda: “E allora che facciamo con Sony?”. La Playstation era già un successo. Sfidarla per arginarlo è stata la motivazione principale per la nascita della Xbox. Fino all'arrivo dello streaming.