Snapchat si sgonfia. La società che controlla l'app, Snap, è scesa sotto il prezzo dell'Ipo (17 dollari per azione) e si attesta a 15,47 dollari. Nell'ultima seduta il calo ha sfiorato il 9%. Il 3 marzo (alla fine del secondo giorno di contrattazioni), il titolo aveva toccato i 27,09 dollari. Da allora la flessione è superiore al 47%.
La 'mazzata' di Morgan Stanley sul fantasma
La discesa è stata costante. Con due frenate brusche. La prima, a maggio, alla diffusione della prima trimestrale da società quotate: il rosso da 2,2 miliardi (dovuto più alla distribuiti di bonus ai primi investitori e ai soci piuttosto che ai fondamentali) aveva provocato un'ondata di vendite. Questa volta la picchiata è dovuta a un report di Morgan Stanley. Gli analisti hanno tagliato il rating (da “buy” a “hold”) e soprattutto il target price: da 28 dollari è passato a 16 (cioè sotto i livelli dell'esordio a Wall Street). Anche Credit Suisse riduce il target price. Anche se in maniera più cauta: 25 dollari, con rating stabile (outperform, cioè meglio del marcato di riferimento).
Così le Stories di Instagram e Facebook 'soffocano' Snapchat
Snapchat non fa soldi. E questo è un guaio
Morgan Stanley, però, ha inciso di più. Perché è l'istituto che ha accompagnato in borsa la società di Evan Spiegel e sottoscritto le sue azioni. L'analisi, firmata da Brian Nowak, spiega un taglio così consistente con un errore (non da poco): “Ci siamo sbagliati sulla capacità di Snap di innovare, migliorare i propri prodotti e monetizzare gli utenti”. Una valutazione che colpisce proprio quello che è sempre stato indicato come uno dei punti di forza della piattaforma.
L'app (a oggi unico prodotti significativo del gruppo) “non sta evolvendo rapidamente come ci aspettavamo”, si legge in una nota. Mentre “la concorrenza di Instagram sta crescendo”. Insomma: nero su bianco le difficoltà emerse già nella trimestrale di maggio: le Stories della piattaforma fotografica stanno drenando pubblico a Snapchat: hanno superato i 250 milioni di utenti, mentre l'app dei contenuti a scomparsa si ferma a 166 milioni. Crescono quindi i timori. Anche perché a Snap serve ampliare in fretta la platea per poter guadagnare: il gruppo non ha mai registrato un bilancio in attivo. Un dato che potrebbe non essere decisivo, a patto che la crescita galoppi. È con questo approccio che Snap si avvicina alla prossima trimestrale: sarà diffusa il prossimo 9 agosto
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