C'era una volta Nokia. Marchio europeo, dominatore mondiale. Oggi è rinato, dopo essere passato (con esiti disastrosi) da Microsoft. Ha sede in Finlandia ma controllo a Oriente. Di fatto, il mercato è occupato da due colossi (Samsung e Apple) e dall'espansione cinese (Huawei e Xiaomi). In mezzo resiste il madrileno BQ. In Spagna è terzo per quota di mercato. Tanto che i protagonisti della prima serie iberica di Netflix, “La Casa di Carta”, usano gli smartphone del marchio.
Cosa vuol dire fare smartphone in Ue
In questi giorni, BQ lancia in Italia i suoi ultimi dispositivi: Aquaris X2 e X2 Pro puntano alla fascia media. Come si sta tra la forza dei giganti e la spinta che arriva da est? “Intanto la buona notizia è che ci siamo”, afferma all'Agi Andrea Calcagni, country manager per l'Italia di BQ. “Abbiamo trovato il nostro posizionamento, forti di questa caratteristica unica: l'essere europei”. Cosa vuole dire, in pratica, fare smartphone “europei”? “La sede e l'intero team di sviluppo sono a Madrid.
C'è una grande attenzione all'ottimizzazione della componentistica hardware e vogliamo tenere il know how tecnologico in Europa. E poi c'è grande attenzione alla privacy e alla tutela dei dati. I nostri server sono in Europa”. Scelte che hanno un impatto sul cartellino di vendita: “Il nostro obiettivo – spiega Calcagni – è offrire la migliore tecnologia al miglior prezzo possibile. Che non vuol dire quello più basso.
L'assemblaggio degli smartphone è in Cina, ma con nostro personale che si occupa del controllo qualità e con standard europei. Questo aumenta i costi, ma riusciamo ad avere un rapporto qualità prezzo ottimo anche perché gli investimenti marketing sono inferiori”. Per “La Casa di Carta”, ad esempio, afferma Calcagni “abbiamo ritrovato i nostri dispositivi nella serie senza spendere un centesimo”. Per il semplice fatto che BQ in Spagna è una realtà già consistente.
Il mercato in Italia
E in Italia? “Vogliamo essere sempre più presenti, aumentando le nostre vendite e ritagliandoci lo spazio che pensiamo di meritare”. Imporsi non sarà semplice: “La scelta oggi è molto ampia e il mercato degli smartphone non è florido, anche perché c'è una congestione dell'offerta. L'impronta asiatica è sempre più presente, ma vedo che rischia di appiattirsi. Noi cerchiamo di distinguerci sottolineando il nostro essere europei”.
BQ non punta certo a competere con iPhone X e Samsung Galaxy, ma si indirizza a una fascia media e a utenti pragmatici. “I punti focali di Aquaris X2 e X2, ad esempio, sono l'autonomia, con una baratteria da 3100 mAh, con quick charge che ricarica il 50% in mezz'ora; gli aggiornamenti AndroidOne, che saranno mensili, e la garanzia che i dati non saranno passati ad altri per obiettivi che non siano altro che l'utilizzo dello smartphone”. Quanto alla possibilità di espandersi, “per ora – afferma Calcagni – siamo focalizzati sull'Europa perché è nel nostro dna. Ma non ci limitiamo”.