Job Orienta è la più importante manifestazione italiana dedicata a orientamento, scuola, università, formazione e lavoro. Si svolge a Verona e ha visto in apertura l'evento organizzato da Eni "Oil for brain: scuola_formazione_lavoro" con la possibilità da parte dei visitatori di sperimentare in modo pratico le tematiche affrontate in questa edizione, collocandole all'interno del mondo del business Eni e scoprendo i mestieri meno noti di una energy company oltre a un workshop per raccontare agli studenti come si svolge un processo di selezione a partire dalla redazione del CV e su quali competenze personali una grande azienda punta.
E' stato illustrato il protocollo d'Intesa per l'alternanza scuola-lavoro siglato con i ministeri dell'Istruzione e del Lavoro. L'alternanza scuola-lavoro prevede il coinvolgimento in Eni di oltre 6.000 studenti nel triennio 2016-2018 per studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori (in questo numero sono esclusi gli studenti che fruiscono del solo programma e-learning). I percorsi formativi si svolgeranno presso siti operativi/sedi direzionali di Eni e i centri di formazione di Eni Corporate University. "In generale - ha detto Oscar Pasquali, del ministero dell'Istruzione - sono 1,5 milioni gli studenti che durante quest'anno scolastico prenderanno parte a programmi di alternanza scuola-lavoro. Qualche anno fa quando non era obbligatoria erano meno di 300 mila. Oggi l'hanno già fatto 900 mila studenti con il coinvolgimento di circa il 96% delle scuole".
Cosa dicono i numeri di Job Orienta
Lauree e diplomi
Laurea o diploma valgono la metà dei contratti di lavoro che le imprese hanno già stipulato o intendono stipulare entro il 2017. Ma per un laureato su tre e un diplomato su 5 le difficoltà nel trovare il candidato giusto non mancheranno. Queste alcune delle indicazioni provenienti dal Sistema informativo Excelsior, che Unioncamere realizza in collaborazione con Anpal, relative ai programmi occupazionali delle imprese dell'industria e dei servizi per l'anno in corso.
Quest'anno le imprese italiane contano di inserire in azienda complessivamente 467mila laureati e un milione e 415mila diplomati nel corso del 2017. La laurea è richiesta, quindi, per circa 1 posto di lavoro su 10 mentre ai diplomati è destinato oltre un terzo delle opportunità.
In definitiva, considerando il totale dei contratti di lavoro attivati nel 2017, quasi 1 contratto su 2 è destinato a personale con un livello di istruzione medio-alto.
Apprendistato
Oltre la metà di chi ha iniziato l'apprendistato nel 2005, a dieci anni di distanza risulta precario, pagato con i voucher oppure 'silente', ovvero fuori dal mercato del lavoro. Secondo il 17esimo rapporto sull'apprendistato dell'Inapp, l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche, il 10,7% ha un'attività di lavoro autonomo o parasubordinato, il 2,3% ha lavorato nel 2015 con voucher e lo 0,6% risulta iscritto ad una Cassa professionale (avvocato, notaio, commercialista, ecc.). Inoltre, il 23,6% risulta non piu' attivo. Di questi il 2,1% è costituito da persone che percepiscono un ammortizzatore sociale (cassa integrazione, Aspi, Naspi, mobilità), mentre il 20,7% si trova nella condizione di silente, ovvero nel 2015 non risulta in alcuno degli archivi Inps.
Dunque, a distanza di dieci anni dall'inizio dell'apprendistato, il 46,3% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato. Di questi, l'8% con la stessa azienda con cui ha iniziato da apprendista. L'anno di svolta è il 2016, quando aumenta del 32% rispetto all'anno precedente il numero di neoassunti in apprendistato, per un valore pari a 234.461 individui.
E' una "netta inversione di tendenza rispetto alle precedenti annualita'", spiega l'Inapp che avevano registrato, fin dal 2010, un tasso negativo. Il cambiamento è tanto più significativo se si osserva che l'incremento ha riguardato soprattutto il Mezzogiorno (+66,5%) e il Centro Italia (+27,9%), ossia le due aree del Paese che avevano registrato nel 2015 le peggiori performance. L'aumento delle assunzioni in apprendistato registrato nel 2016 (ultimo anno di rilevazione), tuttavia, compensa solo in parte la notevole perdita di contratti che si era verificata nel 2015 a causa dell'introduzione degli incentivi alle assunzioni. Nell'insieme (inclusi quindi i neoassunti), il numero totale degli apprendisti in Italia è di 381.526 individui, pari al 12,4% degli occupati della fascia di eta' 15-29 anni, con una diminuzione di -7,3 punti percentuali sul 2015.