Il premier Giuseppe Conte ha certificato il ritiro di Atlantia dal consorzio per il salvataggio di Alitalia, dopo le indiscrezioni che erano trapelate giovedì. "Tutto il governo è compatto per una soluzione di mercato", ha assicurato, "in questo momento ci sono dei soggetti che hanno fatto delle proposte, hanno presentato una manifestazione di interesse rispondendo alla sollecitazione che era arrivata dai commissari: Ferrovie dello Stato, Delta, c'è anche Lufthansa". "Mi dicono invece che Atlantia non ha confermato la manifestazione di interesse che aveva preannunciato. Il governo ne prende atto", ha affermato il premier.
Che la vicenda del rilancio della compagnia aerea fosse collegato alla revoca o meno delle concessioni autostradali era stato messo nero su bianco dalla stessa Atlantia nella lettera al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, del 2 ottobre scorso in cui il gruppo scriveva che "il permanere di una situazione di incertezza su Autostrade o ancor più l'avvio di un provvedimento di caducazione, non consentirebbero di impegnarsi in un'operazione onerosa e ad alto rischio" come il rilancio di Alitalia.
Del "costituendo consorzio", quindi, restano Fs, capocordata, e Delta che ha presentato l'offerta (100 milioni per il 10% della newco). Anche Lufthansa è interessata e pronta a offrire più della rivale americana ma vorrebbe entrare in una nuova Alitalia profondamente ristrutturata. Oggi un quotidiano nazionale riportava la notizia di un ritorno di fiamma di Air France. Interpellata dall'Agi sul punto la compagnia francese non ha né confermato né smentito.
Patuanelli, intanto, aspetta la lettera dei commissari per poi prendere una decisione sulla base della relazione. A questo punto, tuttavia, l'orizzonte si allunga e potrebbe cambiare la strategia dell'esecutivo: mettere infatti una scadenza di breve termine potrebbe avere poco senso a meno di clamorose sorprese che però non si vedono all'orizzonte. È da qualche giorno che il ministro ha fissato a fine marzo 2020 il termine per arrivare a dama.
Sulla questione è intervenuto il presidente di Confindustria: "Su Alitalia dobbiamo evitare di mettere troppi paletti altrimenti gli investitori potrebbero non venire", ha detto Vincenzo Boccia. "Questa è una società - ha proseguito - che ha un suo senso se ha un progetto industriale forte e quindi se arriva un investitore potenziale non vanno indicati paletti che possono limitare la potenzialità di investimento. Occorre evitare che i prestiti ponte diventino contributi a fondo perduto che si fanno ad una azienda e che pagano gli italiani".
"Siamo preoccupati", ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, aggiungendo che se Alitalia "non riesce a fare tratte internazionali, resterebbe in perdita: non si può assolutamente fare a meno di avere aerei per coprire le tratte internazionali, che le sono state impedite da un management che sarebbe stato meglio avere fuori dall'Alitalia e che ha generato costi aggiuntivi su tutto".
In attesa di convocazione da parte dei commissari, Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl. "La situazione in cui versa Alitalia continua a rimanere molto complessa. Per questo il silenzio dei commissari nei confronti delle rappresentanze dei lavoratori è grave: ci convochino quanto prima". Intanto l'Usb ha deciso di rinviare al 13 dicembre lo sciopero del personale del gruppo Alitalia inizialmente proclamato per lunedì 25, dopo che la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, è intervenuta con un'ordinanza per ridurre da 24 a 4 ore lo stop, "con motivazioni surrettizie e ingiustificate".