A 12 giorni dal traguardo sembra deragliare la cordata che avrebbe dovuto far volare di nuovo Alitalia. Il 15 ottobre infatti è la data fissata dal Mise per presentare le offerte vincolanti dei soci. Ma questa mattina una lettera di Atlantia al governo ha riaperto i giochi. La holding dei Benetton ha sollevato, nella missiva al ministro Stefano Patuanelli, i dubbi sul piano di rilancio di Alitalia. Questo fatto ha provocato l'irritazione del governo che si è riunito con i ministri competenti, dopo il Consiglio dei ministri, per affrontare la vicenda. Atlantia ha chiesto a Patuanelli profonde modifiche al piano sottolineando che così com'è ci sarebbe solo un salvataggio di breve periodo e non un vero rilancio dell'ex compagnia di bandiera.
"Nonostante l'indubbio e significativo impatto che il mancato rilancio di Alitalia potrebbe avere sulla controllata Aeroporti di Roma - scrive Atlantia nella lettera anticipata da la Repubblica - per la suddetta data (il 15 ottobre, ndr) non sarà per noi possibile aderire all'auspicato consorzio che formulerebbe l'eventuale offerta formale stanti, tra l'altro, le rilevantissime tematiche di contesto tuttora non risolte". A portare incertezza alla situazione anche la disputa sulle concessioni di Autostrade per l'Italia, citata nella lettera. Tanto da far dire al viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, di "non sottostare ai ricatti di nessuno". In mattinata si è svolta una riunione, a cui non era presente Delta, nella sede di Mediobanca tra l'ad di Fs, Gianfranco Battisti, il dg di Atlantia Giancarlo Guenzi e i commissari di Alitalia, Enrico Laghi e Daniele Discepolo.
Secondo quanto si è appreso, nella riunione si è parlato proprio dei problemi ancora sul tavolo. In particolare la quota di Delta nella cordata, la redditività delle rotte per il Nord America e il ruolo di Alitalia nella alleanza Blue Sky, formata da Delta, Air France-Klm e Virgin. In ogni caso nell'incontro è emersa la volontà da parte dei protagonisti di superare gli ostacoli che saranno portati, a breve, al Mise, per trovare una soluzione prima del 15 ottobre. Nel tardo pomeriggio, invece, dopo il Consiglio dei ministri, si è svolto un vertice 'politico' sulla situazione presieduta dal premier Giuseppe Conte. Nel corso della riunione il presidente del Consiglio e i ministri competenti hanno espresso "grande irritazione" per la presa di posizione di Atlantia.