Ai ministeri russi dell'Industria e delle Telecomunicazioni è stata sottoposta l'idea di creare una "mining-town" in Russia per le operazioni di mining delle criptovalute. L'iniziativa, come riporta la Ria Novosti, è del deputato Boris Chernyshov. A suo dire, sempre più persone stanno affittando posti in 'mining-hotel' o costituendo propri 'mining farm', le fabbriche di criptovalute dove si generano le monete virtuali. Per questo, la Russia potrebbe utilizzare il fenomeno per creare una nuova fonte di reddito per i cittadini e di introiti per le casse pubbliche. "Una mining-town aiuterà le persone a guadagnare soldi, comprarsi un appartamento e altre cose di cui ha bisogno", ha detto Chernyshov. "Se costruissimo una tale realtà, per esempio al confine con la Cina, attirerebbe subito molto interesse e aprirebbero flussi di turisti di questo business". Un posto del genere, è convinto il deputato russo, potrebbe diventare "un vero e proprio forum del mining, portare investimenti esteri, essere un driver per la crescita".
Perché la Russia sarebbe il Paese ideale?
L'idea è quella di fondare la mining-town in Siberia o nell'Estremo oriente russo, vicino a una grande centrale idroelettrica. La Russia è vista come il Paese ideale per il business delle criptovalute: le operazioni di mining richiedono un grande dispendio di energia e la Russia ne ha in quantità e a basso costo.
Nel sempre più acceso dibattito sul rapporto dei regolatori ufficiali con le criptovalute, ancora non definito nella maggior parte dei Paesi, la Russia ha delineato la sua posizione: non introdurrà un bando su questi strumenti finanziari, come ha fatto la Cina, ma mira a porne sotto il controllo dello Stato sia emissione, che circolazione, tanto che sui portali specializzati c'è già chi parla di "criptorublo". Secondo alcuni analisti, la Federazione punta sulle monete virtuali per aggirare le sanzioni finanziarie, varate nei suoi confronti tre anni fa da parte di Usa e Ue. Chernyshov ha spiegato che le cryptocurrency possono diventare un'importate aerea dello sviluppo dell'innovazione, e sulla base di una mining-town si potrebbe creare un intero cluster tecnologico, in grado di competere con la Silicon Valley.
Il Cremlino, però, frena
Il presidente della Commissione per la Politica economica e lo sviluppo innovativo alla Duma, Serghei Zhigarev, ha dato il suo sostegno all'iniziativa ma ha invitato a non correre troppo, specificando che una mining-town potrà essere creata solo dopo l'adozione di una legge che regolamenti le criptovalute nella Federazione, come ha chiesto lo stesso presidente Vladimir Putin. L'idea di costruire una città-miniera in Russia comporta "molti rischi", ha avvertito Vladimir Gutenev, primo vice presidente della Commissione per la politica economica e lo sviluppo innovativo alla Duma. "Mi sembra che sia una proposta populista, che non porterà alcun vantaggio né alla città né ai suoi abitanti, perché non è realizzabile", ha denunciato Gutenev, indicando nell'anonimato dei pagamenti, che possono finire a terrorismo o organizzazioni illegali, e nella difficoltà di tutelare i risparmi dei cittadini, due elementi che rendono le cryptocurrency "non indicate" per la Russia.
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