L'articolo è stato aggiornato il 5 febbraio con una nota del M5s dove si precisa che non è in previsione né è mai stato pensato l'obbligo del prezzo unico per i prodotti online.
Stesso mercato, stesse regole. Lega e Movimento 5 stelle fanno sul serio: basta con i prezzi più bassi nelle vendite online e lotta dura alla contraffazione in Internet. La sfida della maggioranza è quella di regolamentare in tempi brevi il mercato dell'E-commerce: il prodotto che viene posto in vendita sul web deve essere tracciato, bisogna - questo il principio - sapere dove arriva e dove viene confezionato, e non ci possono essere differenze, i prezzi di vendita devono essere uguali per tutti.
Sul tavolo i giallo-verdi hanno già messo a punto alcune idee. Proposte da inserire nella proposta di legge che da giovedì viaggerà spedita in Commissione Attività produttive della Camera sulle chiusure domenicali per gli esercizi commerciali. E che, viene riferito, saranno poi i pilastri di un intervento ad hoc del governo.
Nella maggioranza si assicura che il lavoro per regolare il mondo dell'E-Commerce si sta portando avanti in raccordo con l'esecutivo che tra l'altro, dovrà battersi, in Europa per evitare che in alcuni Paesi le piattaforme di vendita più famose al mondo (da Alibaba ad Amazon e E-Bay solo per fare alcuni esempi) possano godere di vantaggi a livello fiscale, vantaggi che poi si tramutano in prezzi più bassi da offrire sul Web. Così - questo l'allarme - si distrugge il made in Italy e si rischia di alimentare - in settori per esempio come l'abbigliamento e la cosmesi - il mercato della contraffazione.
Una piattaforma unica per il Made in Italy
"Spesso questi siti - denunciano sia nella Lega che nel Movimento 5 stelle - sono collegati a società fittizie all'estero che usufruiscono di agevolazioni sull'Iva al contrario delle imprese italiane". L'obiettivo non è quello - spiegano ancora nella maggioranza - di frenare la corsa dell'E-commerce, ma solo di varare regole per tutti. Oltre alla battaglia da condurre nell'Unione europea sul piano fiscale, si punta a tracciare le merci che vengono vendute in Internet.
Tramite la piattaforma Blockchain, con un sistema di algoritmi con il quale mappare tutti i siti di vendita online. Un altro obiettivo è quello di intervenire sulle catene di distribuzione e sui magazzini di cui le piattaforme online si servono sul territorio italiano. Il tutto per proteggere il Made in Italy, salvaguardare le imprese italiane e i consumatori. E creare una piattaforma unica sul Web proprio del Made in Italy. Si agirà poi anche quando si avvierà nell'Aula della Camera dei deputati la discussione sulla Web tax.
Lega e M5s non nascondono la difficoltà di un intervento ad hoc a livello normativo, il rischio è quello di andare incontro a misure anti-costituzionali e ad uno stop dell'Unione europea. "Ma la volontà - spiega per esempio il pentastellato De Toma - è di andare fino in fondo". Affinché l'E-Commerce sia un vantaggio anche per i piccoli negozi e non un danno.
Una legge per difendere i piccoli librai
Sulla stessa lunghezza d'onda la Lega che, tra l'altro, con il deputato Belotti, ha presentato alla Camera una proposta di legge per porre una stretta alla "svendita" e agli "sconti" sui libri sulle piattaforme tipo Amazon. Un sostegno ai piccoli librai e alle librerie indipendenti messe in ginocchio "dalla concorrenza delle grandi catene e degli store online, che vendono i libri notevolmente scontati".
"Le grandi società che distribuiscono libri nelle proprie catene possono - si osserva nella proposta di legge - beneficiare di utili del 90% sui libri che vendono e non del 30% come le piccole librerie e quindi possono permettersi di applicare gli sconti". Per questo motivo il partito di via Bellerio propone di modificare la legge Levi (dal nome del presidente della Associazione Italiana Editori) del 2011 e ridurre non più al 15% ma al 5% il tetto massimo per gli sconti.
È una stretta per i siti che vendono i libri online, sul modello di quanto accaduto in Francia. Inoltre si introduce il divieto "di effettuare svendite di libri a catalogo" e si affida "alle autorità preposte, quali la Polizia postale e la Guardia di finanza" il controllo delle vendite online.
La replica del M5s: "Mai pensato ad un prezzo unico online"
“Non è mai stato nemmeno pensato un prezzo unico online", ha scritto all'AGI Massimiliano De Toma, tra i relatori del testo in commissione Attività Produttive che disciplina gli orari di apertura degli esercizi commerciali che a breve approderà in Aula. "Sappiamo benissimo infatti che i prezzi vengono determinati dal mercato pertanto è un errore quanto riportato nell'articolo mal interpretando gli obiettivi di questo Governo, che mira alla tracciabilità dei prodotti a garanzia di una maggior trasparenza e un maggior controllo fiscale nel mondo delle vendite online. Inoltre la proposta sugli orari degli esercizi commerciali, presto in Commissione X alla Camera, non riguarda l’ecommerce".
"Ovviamente terremo conto di alcune componenti di criticità nella disciplina del commercio dettate, ad esempio, dalle varie forme di vendita su internet, anche per un'attenta analisi da effettuare a seguito dell'approvazione del provvedimento", prosegue De Toma. "Quello che sostengo sempre è stesso mercato stesse regole: l' E-commerce deve essere un vantaggio anche per i piccoli negozi e non un danno. Per questo andremo avanti anche sul versante della web tax per ristabilire un po’ di equità sociale andando a tassare le imprese tech con fatturati eccezionali che fanno ricavi nel nostro Paese e poi portano miliardi di euro nei paradisi fiscali. Ma, ribadisco, la proposta sugli orari degli esercizi commerciali non contiene norme sul settore e-commerce e non è mai stato preso in considerazione alcun prezzo unico per i siti di vendita online”.