"Poco realistico e poco credibile, politicamente parlando". Così il direttore dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani, ex commissario per la Revisione della spesa, Carlo Cottarelli definisce, parlando con l'AGI, il reddito di cittadinanza così come disegnato dal decreto di attuazione che il Governo si appresta a varare. Fermo restando che "stiamo parlando di bozze" e che quindi bisognerà valutare il testo definitivo, Cottarelli si mostra molto scettico sul fatto che l'assegno possa restringersi qualora dovessero mancare i soldi.
Nella bozza del provvedimento, si legge infatti che 'in caso di esaurimento delle risorse (6,11 miliardi nel 2019, 7,75 miliardi nel 2020, 8 miliardi nel 2021, 7,84 miliardi dal 2022, ndr) entro 30 giorni verrà ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell'ammontare del beneficio'.
Per Cottarelli questo è un elemento molto strano. "Se una forza politica ritiene un certo provvedimento necessario, bisognerebbe mantenere il punto ad esempio magari dicendo 'siamo disposti a pagare più tasse per garantire un minimo'. Ed invece non si dice questo: si dice 'nel caso manchino i soldi, stringiamo la cintura'". E quindi, osserva Cottarelli, "non credo proprio che sia fattibile e qualche altro intervento dovrà essere fatto".
Un'altra osservazione riguarda proprio l'entità dell'assegno. "Secondo l'Istat un reddito al di sotto del quale scatta la soglia di povertà, è di 820 euro nelle grandi città del Nord mentre al Sud, nelle città piccole, cala fino a 560 euro. Parliamo della differenza di un terzo tra Nord e Sud, differenza che è rilevante e che non viene proprio contemplata nel calcolo fatto dal governo". Più in generale, l'economista sottolinea che comunque "non è strano" che in Italia si voglia introdurre questo reddito perché esiste anche in altri paesi europei.
"Fare un confronto non è però facilissimo - dice - anche se, ad occhio e croce, un assegno di 780 euro rispetto al reddito procapite italiano se confrontato all'assegno degli altri Paesi rispetto al reddito procapite di questi paesi, quello italiano sembrerebbe molto alto. Bisognerebbe approfondire però l'analisi perché se a questi 780, si sottraggono poi i soldi per l'affitto, allora sarebbe di meno. Insomma, non mi sembra il più generoso in assoluto rispetto al resto dell'Europa ma sicuramente è un assegno elevato".
Ciò che desta maggiori perplessità, a suo avviso, è la mancanza di veri incentivi a trovare un lavoro. "È strano che - sostiene Cottarelli - si possa rifiutare un lavoro a 250 chilometri di distanza, in un Paese come l'italia che è lunga 1.300 chilometri".