"Ma quale recessione, ma neanche per idea, io non vedo nessuna recessione in Italia, constato un po’ di rallentamento dell’economia, ma niente di particolare". Giovanni Tamburi non è un inguaribile ottimista, è un banchiere d’affari che non smette mai di studiare le aziende e il loro valore. Le sue convinzioni sullo stato di salute dell’economia italiana si basano sui contatti quotidiani con gli imprenditori che guidano le aziende in cui ha investito la Tip-Tamburi Investment Partners, la società da lui creata nel 1999 e che oggi è il secondo investitore in Italia dietro alla Cassa Depositi e Prestiti.
Scusi, ma la statistica dice che siamo tecnicamente in recessione….
"Lasciamo stare la statistica che non conta nulla".
Come non conta nulla?
"Guardi, io sono in contatto con un centinaio di imprenditori e con circa 250 aziende di primo piano del panorama italiano. Non mi sembra proprio che per loro le cose stiano andando male. Continuano a crescere e a investire. Certo, non per tutti le cose funzionano nello stesso modo. Sappiamo bene che l’industria automobilistica tedesca sta affrontando un momento delicato e questo si riflette negativamente sulle aziende italiane della componentistica. Non dimentichiamo che fra il 20% e il 25% di ogni vettura Bmw, Volkswagen o Audi è costruito in Italia. Ma al di fuori di questo settore, fra le aziende che fanno macchinari, chimica, elettromeccanica, le cose continuano ad andare bene".
"In 20 anni di attività Tip ha accumulato partecipazioni, quasi sempre di minoranza, in società che rappresentano il meglio della capacità imprenditoriale italiana, nomi come Interpump, Prysmian, Amplifon, Moncler, FiatChrysler, Ferrari e da pochissimo Ovs, solo per citare aziende quotate a Piazza Affari. Fra le società non quotate, Tip è azionista di Eataly, di Azimut Benetti, di Furla e di Alpitour. Nel corso degli anni Tip ha investito complessivamente circa 2 miliardi di euro raccolti fra circa 150 soci, quasi tutte famiglie con grandi patrimoni. Oggi il valore di quegli investimenti si aggira sui 3 miliardi di euro".
L’industria dell’auto soffre per il conflitto commerciale fra Usa e Cina. A livello globale le tensioni fra le due potenze hanno prodotto un rallentamento dell’economia…
"Quello è un tema già superato, ormai è evidente che c’è l’accordo fra Usa e Cina, devono solo annunciarlo ufficialmente. Lo ha detto Trump che c’è l’accordo, lo ha detto il vice-premier cinese che guida la trattativa, mica possono fare marcia indietro. E infatti i mercati finanziari hanno reagito negli ultimi due mesi con un rialzo che dà per scontato l’accordo fra Pechino e Washington e che ha praticamente cancellato il ribasso delle Borse di novembre e dicembre 2018, un ribasso che è ancora tutto da spiegare".
Torniamo all’Italia. Gli industriali attraverso le loro associazioni sono molto critici nei confronti del governo, dicono che la politica non sta affrontando i nodi che bloccano lo sviluppo del Paese. Lei che cosa ne pensa?
"Io credo che la politica conti poco. I governi cambiano, le aziende restano e per l’economia conta di più la qualità degli imprenditori, che in Italia per fortuna è molto buona. Sicuramente l’economia italiana soffre per la politica che non fa quello che dovrebbe, soffre per l’inefficienza della Pubblica amministrazione e per il debito pubblico incombente. Ma se abbiamo resistito e ci siamo ripresi dopo la crisi del 2008, figuriamoci se non resistiamo a questo governo…"
La Tamburi Investment Partners è sempre alla ricerca di aziende italiane in cui investire. Quali sono i settori che preferite?
"Non ragioniamo per settori, cerchiamo di scegliere le persone giuste. Se viene da noi un imprenditore che ha idee, coraggio e visione sul futuro, sicuramente lo ascoltiamo".
Ma non avete un interesse particolare neanche per settori più avanzati, come ad esempio la tecnologia digitale o il riciclo della plastica?
"Ripeto, siamo molto interessati a valutare qualsiasi progetto imprenditoriale, anche nel riciclo della plastica. Certo, non ci interessa un’azienda come Bio On, quotata in Borsa a multipli astronomici: vale un miliardo di euro a fronte di un fatturato di qualche decina di milioni di euro".
Tip è socia dell’incubatore Digital Magics e di Talent Garden, piattaforma leader in Europa nel networking e nella formazione per l’innovazione digitale. E’ soddisfatto di queste iniziative?
"Dal punto di vista economico non posso dire di avere avuto soddisfazioni: abbiamo investito e sappiamo che sono attività importanti che daranno i loro frutti nel tempo. C’è sicuramente una soddisfazione intellettuale nel partecipare a iniziative che mirano a lasciare il segno nel futuro dell’Italia".