Scatteranno dal 1 aprile i nuovi pensionamenti con "quota 100", ovvero 62 anni di età e 38 di contributi minimi. Lo prevede l'ultima bozza del decreto su Reddito cittadinanza e pensioni. La misura è introdotta "in via sperimentale" per il triennio 2019-2021 e 'quota 100' sarà successivamente adeguata alla speranza di vita.
Secondo quanto stabilisce il decreto, sono confermati Opzione donna (per le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1959 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1958) e l'Ape sociale. Vengono poi abrogati gli incrementi di età pensionabile per effetto dell'aumento della speranza di vita per i lavoratori precoci.
Il decreto prevede poi la cosiddetta "pace contributiva", per il riscatto di tutto o in parte i periodi per i quali non sussista obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. Il riscatto è esercitabile per un periodo non superiore a 5 anni. Chi beneficera' di "quota 100" non potrà cumulare la pensione con altri redditi da lavoro superiori ai 5.000 euro l'anno. È previsto inoltre, che i fondi di solidarietà bilaterali tra aziende e lavoratori potranno erogare assegni ai lavoratori per raggiungere quota 100 in modo tale da favorire il turnover del personale.
Le norme per gli statali
Per quanto riguarda i lavoratori pubblici, potranno andare in pensione quelli che matureranno 'quota 100' entro il 31 marzo, dal 1 luglio e non dal 1 aprile come gli altri. Se la quota 100 verrà maturata dal 1 aprile, potranno andare in pensione dopo 6 mesi. Per gli statali è confermata però la tempistica per l'accesso al Tfr così come prevista dalla legge Fornero: ne avranno così diritto in un arco di tempo al massimo di 5 anni. In altri termini, il dipendente pubblico riceverà la liquidazione nel momento in cui avrebbe maturato il diritto al pensionamento secondo le norme esistenti ossia 67 anni di età, o 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva.
Per accelerare i tempi, il provvedimento del Governo prevede che le pubbliche amministrazioni stipulino apposite convenzioni con le banche. La bozza del decreto reintroduce infine il Cda di Inps e Inail e autorizza una spesa di 50 milioni per l'assunzione di personale all'Inps.
Nessun commissariamento per Inps e Inail
Il ministero del Lavoro, però, "non intende procedere con il commissariamento dell'Inps e dell'Inail", viene spiegato in una nota: "La norma che prevede il ritorno a un consiglio d'amministrazione non prevederà alcuna decadenza degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti". Dal ministero "non sarà presentata alcuna norma che ponga alcun commissario a capo dei due enti". Nel decreto è previsto per entrambi gli istituti il ritorno di un Cda a 5 componenti compreso il presidente.