Le tecnologie per monitorare ponti, viadotti e infrastrutture ci sono, sono all’avanguardia e potrebbero aiutare gli ingegneri a prevenire tragedie come quella successa a Genova. Alcune sono state sviluppate da startup italiane e alle spalle hanno investitori industriali.
Sysdev è una delle società italiane che si occupano di sensori per le infrastrutture. Fondata a Torino nel 2015, cresciuta nell’incubatore di startup del Politecnico di Torino i3P. Ha sviluppato un software che raccoglie le informazioni di sensori applicati sulle strutture. Decine, centinaia di sensori (il costo pare relativamente basso, il canone annuo per ogni sensore è di un centinaio di euro) che applicati sui viadotti monitorano in tempo reale temperatura, deformazione, inclinazione di ogni parte della costruzione: “Ogni sensore analizza una porzione più o meno grande della struttura su cui sono impiegati”, spiega ad AGI Marco Bonvino, fondatore della società.
Sensori e intelligenza artificiale per monitorare le strutture
“Più il numero di sensori applicati è alto, più è alta l’affidabilità dei dati che il nostro software monitora. I sensori creano un gemello virtuale della struttura, che in ogni momento può essere controllata in ogni sua singola sezione”. 61 anni, 20 anni di esperienza nel settore del monitoraggio delle strutture, Bonvino ha deciso di applicare le sue competenze alla sensoristica quando tecnologie come l’intelligenza artificiale hanno consentito un approccio diverso: “Quello che possiamo fare oggi è l’analisi dei metadati che arrivano dai sensori. Un singolo sensore in sé è irrilevante, ma un gran numero di sensori consente di capire immediatamente dov’è il problema e intervenire precisamente per risolverlo per tempo. Molto prima che l’occhio umano se ne accorga”.
Questo vuol dire che si sarebbe potuto evitare quello che è successo a Genova? “Non voglio in alcun modo dire questo, ma probabilmente se fosse stata usata una tecnologia di questo tipo i sensori avrebbero dato un campanello d’allarme, magari su un singolo pilastro o un singolo cava in situazione di criticità”. Avere una tecnologia di questo tipo su larga scala consentirebbe inoltre di “creare una cabina di regia nazionale o regionale, dove in tempo reale si potrebbe essere al corrente della situazione di tutte le infrastrutture, e intervenire non a tappeto, che sarebbe enormemente dispendioso, ma con precisione per singola criticità”.
Sysdev, che ha una tecnologia di monitoraggio e analisi dei sensori proprietaria e sviluppata interamente da loro, ha ottenuto un investimento industriale dalla Adicom Group di Torino, società piuttosto nota che opera nell’information technology, e ha applicato i suoi sensori al viadotto Torino Caselle dopo una parntership firmata con Anas a marzo 2018.
L'uso dei metadati e le soluzioni per gli ingegneri
Soluzione analoga, ma con un approccio più esteso è quella sviluppata da Next Industries, startup incubata da Polihub, incubatore del Politecnico di Milano. L’ha fondata Massimiliano Bellino, 44 anni, ingegnere informatico di Cremona: “Difficile commentare quello che è successo a Genova, da quello che si legge pare che la struttura fosse costantemente monitorata, ma dipende come”. Bellino spiega che finora il monitoraggio è stato fatto con strumenti analogici, con sensori che raccoglievano dati che poi ogni giorno venivano analizzati.
“Quello che oggi offre di più la tecnologia è la visione d’insieme, una fotografia analizzata da software e letta da un’ingegnere”. Un cambio di approccio non banale. La sua società oggi lavora soprattutto per il monitoraggio di gallerie e palazzi, ma è applicata anche a quello delle acque e del controllo delle pareti montagnose per prevenire frane: Italia, Svezia e Francia i paesi in cui finora ha venduto 2.500 sensori, ad una trentina di clienti. Tra questi anche una società che ha contribuito allo scavo della Torino-Lione, lato francese.