Dall’inizio del 2000 fino al 2018 il Pil italiano è cresciuto mediamente dello 0,2 per cento ogni anno. Il calcolo è della Cgia di Mestre che evidenzia il netto rallentamento della nostra economia. Se infatti tra gli anni ’80 e ’90 la crescita è stata in media del 2 per cento all'anno, tra il 1960 e la fine degli anni ‘70 l’aumento della ricchezza prodotta è stato addirittura del 4,8 per cento medio annuo.
“Come sostengono molti esperti, siamo in una fase di stagnazione secolare – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi dell'organizzazione mestrina, Paolo Zabeo – e le previsioni, purtroppo, non lasciano presagire nulla di buono. L’economia mondiale sta rallentando, manifestando evidenti segnali di incertezza e di sfiducia in tutta l’area dell’euro che, comunque, in questi ultimi 18 anni è cresciuta del 30 per cento; 7 volte in più dell’incremento registrato dall’Italia. Bassa produttività del sistema paese, deficit infrastrutturale, troppe tasse e una burocrazia eccessiva sono le principali cause di questo differenziale con i nostri principali partner economici”.