Un "acceleratore per le infrastrutture" a sostegno della pubblica amministrazione, una società di gestione di risparmio per le startup e piani di riqualificazione urbana per sei grandi città. Sono alcuni dei punti principali della bozza del piano industriale 2019-2023 di Cassa Depositi e Prestiti, a quanto risulta dalle slide che Agi ha avuto modo di consultare. Cdp incentra la sua strategia per i prossimi cinque anni, si legge nei documenti, su una "nuova identità", ovvero l'adozione di "un approccio di intervento incentrato sull'impatto sostenibile e vicino al territorio" e un "nuovo modello operativo", cioè l'aumento della "capacità e della velocità di azione del Gruppo, potenziando risorse, competenze e processi/sistemi a supporto".
Più attenzione per le Pmi
L'attenzione di Cdp appare destinata a concentrarsi sulle piccole e medie imprese (Pmi) in misura maggiore rispetto al passato. L'obiettivo dichiarato è infatti "favorire l'innovazione e la competitività anche internazionale delle imprese italiane, non solo grandi, ma anche progressivamente medie e piccole". Una "maggiore vicinanza ai clienti" verrà perseguita attraverso un canale diretto ("miglioramento ed ampliamento delle relazioni con grandi e medie imprese tramite l'incremento del numero e delle competenze dei gestori e la creazione di un referente unico per la clientela"), un canale indiretto, intermediato da banche e altri operatori ("ampliamento degli accordi con focus sulle piccole imprese") e un canale digitale, con il "lancio di un'offerta integrata anche per le piccole imprese".
L"'incremento del supporto a investimenti e innovazione" sarà basato, per quanto riguarda le grandi e medie imprese, "sullo sviluppo di strumenti anche diretti di finanziamento di medio e lungo termine per supportare gli investimenti e l'innovazione". Le Pmi godranno invece di un "ampliamento degli strumenti che facilitino l'accesso al credito mediante il canale bancario, con particolare focus sulle filiere". Ci saranno inoltre un "rafforzamento dell'indirizzo strategico e una maggiore focalizzazione degli strumenti equity" e un "maggiore supporto all'export" che per le Pmi si concretizzerà nello "sviluppo di canali dedicati e la digitalizzazione dell'accesso dei clienti" e per le grandi imprese "nel potenziamento e nella semplificazione del modello di riassicurazione con maggiori presidi del Ministero delle Finanze".
Un "acceleratore per le infrastrutture"
Il piano prevede la creazione di un "acceleratore per le infrastrutture", ovvero un'unità a sostegno della pubblica amministrazione per lo sviluppo dei piani infrastrutturali. L'unità avrà funzioni di "affiancamento e consulenza nella programmazione; progettazione e gestione dei bandi di gara; generazione e realizzazione di progetti strategici in cooperazione con società di settore (a partire da società del Gruppo) ricorrendo allo strumento del Promotore nell'ambito del partenariato pubblico privato; gestione attiva dei fondi pubblici per la progettazione delle infrastrutture".
Cdp intende inoltre "facilitare la riduzione del gap di investimenti su settori più critici (idrico, trasporto pubblico locale e rifiuti) mediante l'incremento dell'attrazione di capitali privati attraverso fondi equity e strumenti di credit enanchment e attività di finanziamento dedicata, valutando in modo selettivo l'incremento della presa di rischio". Cdp si occuperà infine della "valorizzazione delle opportunità offerte dai fondi Ue per la mobilizzazione di investimenti pubblici e privati".
Fondi strutturali e debiti PA verranno anticipati
Cassa Depositi e Prestiti sosterrà inoltre la Pubblica Amministrazione attraverso un "aumento degli strumenti finanziari" che comprenderà "lo sviluppo del servizio di tesoreria, l'anticipazione dei fondi strutturali e l'anticipazione del pagamento dei debiti della PA". Il Gruppo prevede poi "un ampliamento dei servizi di supporto per la gestione dei fondi pubblici nazionali ed europei" e "l'individuazione di opportunità di ottimizzazione nella gestione dei bilanci degli Enti". Si punta infine su un "sostegno al processo di digitalizzazione dei pagamenti da e verso la Pubblica Amministrazione".
Piani di riqualificazione per sei grandi città
In arrivo piani di riqualificazione urbana per almeno sei grandi città (Genova, Torino, Venezia, Roma, Napoli e Palermo) da realizzare in collaborazione con la Pubblica Amministrazione attraverso un modello integrato.
Il modello prevede l'istituzione di una "task force cross-funzionale (infrastrutture, immobiliare, enti pubblici)" e agirà tramite protocolli di intesa con le città. Le soluzioni offerte prevedono la riqualificazione degli immobili di proprietà della Cdp, il sostegno alla realizzazione di infrastrutture locali (anche in partenariato pubblico-privato) e strumenti finanziari dedicati alla realizzazione di specifici interventi (ad esempio il verde pubblico).
Cdp interverrà sul proprio patrimonio immobiliare tramite "l'accelerazione dello sviluppo di progetti strategici con concreto avvio di cantieri e la cessione del portafoglio difficilmente sviluppabile". Previsti inoltre l'ampliamento di progetti nel settore dell'edilizia sociale, l'avvio di progetti per la realizzazione di residenze per anziani e studenti e l'ampliamento degli interventi a sostegno del settore turistico.
Cabina di regia per i fondi alle startup
Sono pochi i dettagli disponibili al momento sulle iniziative che Cdp intende intraprendere per sostenere le startup. Cdp fornirà il veicolo per il "fondo da un miliardo di euro" promesso dal ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ma non è noto, ad esempio, se si tratterà di un fondo di venture capital per investire direttamente nelle startup, magari con altre società di gestione del risparmio, o se si opterà per un fondo di fondi, ovvero un fondo pubblico che investe a sua volta in fondi di investimento privati.
Quel che si apprende è che Cdp darà vita a una Società di Gestione di Risparmio (Sgr) a sostegno delle startup.La Sgr sarà controllata da Cdp ed estenderà il supporto alle startup lungo tutta la filiera di venture capital (ad esempio incubatori e corporate venture capital, ovvero investimenti diretti di grandi aziende) per favorire una maggiore attrazione di risorse di terzi. Il piano prevede inoltre la creazione di una cabina di regia pubblica per indirizzare gli investimenti e l'aumento delle risorse.