La pesca a impulsi elettrici sarà totalmente vietata ai pescherecci dell’UE dal 1 luglio 2021. Fino al 30 giugno 2021 i pescherecci già dotati di elettricità potranno continuare a utilizzare le deroghe fornite dal 2007, vale a dire entro il limite del 5% delle flotte degli Stati membri. Ma non si saranno nuove deroghe. Non solo. La ricerca scientifica dovrà essere rigorosamente controllata, con un numero limitato di imbarcazioni e precise autorizzazioni.
Sono alcuni dei punti dell'accordo raggiunto dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue che hanno approvato la proposta della Commissione relativa alla pesca: le nuove norme comprendono disposizioni per la protezione dell'ecosistema marino, degli habitat marini e per evitare catture accessorie di specie non commerciali e sensibili. Soprattutto l'accordo fa chiarezza sulla pesca a impulsi elettrici, tecnica vietata nei paesi UE dal 2008, massicciamente adottata dai pescatori dei mari del Nord.
La pesca a impulsi elettrici è una tecnica che prevede l'applicazione di particolari dispositivi alle reti da pesca che inviano impulsi che danno choc elettrici ai pesci, facendoli finire nelle reti. Le scariche elettriche costringono pesci e il piccolo pesce come i frutti di mare e specie commercialmente preziose come la sogliola e i gamberetti a staccarsi dal fondo, permettendo di essere catturati con una rete da traino.
La pesca elettrica è vietata nelle acque dell’UE dal 1998. Dal 2007 la Commissione ha concesso però delle deroghe, che consentivano agli Stati membri di dotare il 5% delle loro flotte con reti a strascico con attrezzi per pesca a impulsi (una sorta di sperimentazione scientifica). Secondo la Commissione europea e altri ricercatori la tecnica poteva presentare vantaggi ambientali ed economici rispetto alla pesca a strascico tradizionale: più selettiva per quanto riguarda le specie bersaglio e più economica (gli attrezzi da pesca a impulsi sono più leggeri delle tradizionali attrezzature da pesca a strascico e si riducono i costi del carburante).
Dal 2011 però il metodo è stato adottato su scala industriale (ben oltre la sperimentazione) dai pescatori olandesi nel Mare del Nord meridionale e nella Manica, e ha permesso loro di aumentare le catture di sogliole, loro principali specie bersaglio. La pratica è avversata dagli ambientalisti e dai gruppi che rappresentano i piccoli pescatori perché secondo loro metterebbe a rischio l'intero ecosistema marino. Si teme che le scosse elettriche possano causare danni a lungo termine ai sedimenti dei fondali e agli ecosistemi marini oltre alle specie non bersaglio, e che la tecnica possa essere così efficiente da causare danni ad intere aree di pesca.