Governo e Regione Sardegna lavorano per chiudere l'accordo sul prezzo del latte ovino, anche con misure finanziarie a sostegno della filiera concordate con le banche, ma in Sardegna le proteste dei pastori non si fermano.
Il prezzo indicativo iniziale di 72 centesimi a litro - gli allevatori chiedono almeno un euro - è contestato da Coldiretti, Copagri e dal Movimento Pastori Sardi, che non lo considerano accettabile: è comunque giudicato un passo avanti rispetto ai 60 centesimi offerti ai pastori prima della mobilitazione del 'latte versato' che sta infiammando la campagna elettorale per le regionali in programma domenica prossima nell'isola.
Produzione ripresa, ma ci sono ancora agguati alle cisterne
In uno dei principali caseifici gestiti da imprenditori, quello dei fratelli Pinna a Thiesi (Sassari), l'attività è ripresa oggi a singhiozzo. Il presidio degli allevatori, in corso da una decina di giorni, non si è sciolto, ma almeno le autocisterne hanno ripreso a entrare e a uscire dallo stabilimento. L'amministratore Paolo Pinna ha raccontato che due camion sono stati inseguiti e che gli autisti hanno dovuto chiedere ai carabinieri di essere scortati.
Nel Sud Sardegna resta il presidio davanti alla 'Central Formaggi' dell'area industriale di Villasanta, all'altezza di Serrenti. Poco lontano, in località Sanluri Stato, un'autocisterna della Cao-Coperativa allevatori ovini di Fenosu (Oristano) è incappata stamane in un agguato: cinque uomini a volto coperto hanno costretto l'autista a buttare per strada l'intero contenuto trasportato. L'episodio si aggiunge all'ampia casistica di danneggiamenti, violenze, minacce, assalti a camion e blocchi stradali avvenuti nelle ultime due settimane durante la 'guerra del latte' e su cui stanno ora indagando le forze dell'ordine in tutta la Sardegna, su indicazione delle procure competenti per territorio. Non c'è tregua piena dunque, nonostante il tavolo della filiera preannunciato dal premier Giuseppe Conte per giovedì prossimo al Mipaaf.
Regione e governo al lavoro per trovare un accordo
Il leader della Lega Matteo Salvini, durante il suo tour elettorale in Sardegna, ha incontrato una delegazione di pastori nella prefettura di Sassari, in vista di una riunione con una rappresentanza di industriali caseari. Per oggi a Cagliari la Regione ha convocato un tavolo tecnico con le banche, per concordare misure finanziarie a sostegno della filiera lattiero-casearia, anche con l'obiettivo di ritirare dal mercato fra i 15 mila e i 20 mila quintali di formaggio. Sia il ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio sia la Giunta regionale hanno sottolineato l'impegno per portare il prezzo del latte a un euro.
“Stiamo lavorando per portare il prezzo del latte oltre l’euro", ha fatto sapere nei giorni scorsi la Regione. Questo perché "72 centesimi al litro non è il prezzo definitivo ma un acconto minimo, un nuovo punto di partenza della trattativa, un prezzo che sarà riconosciuto non solo a marzo e aprile, ma anche per tutto febbraio. Nei prossimi tre mesi saranno messe in atto tutte le operazioni, che stiamo già definendo nei dettagli, necessarie a far aumentare il prezzo oltre l’euro".
A stagionare
La Giunta regionale uscente intende innanzi tutto ritirare dal mercato le forme di pecorino romano invendute per un totale di 10 milioni di euro: fra i 15 mila e i 20 mila quintali di formaggio saranno messi a stagionare. “Il ruolo della Regione in questa operazione è quello di fare da garante attraverso la Sfirs, la nostra finanziaria regionale, in stretta collaborazione con Abi e in particolare con il Banco di Sardegna vista la sua capillare presenza sul territorio, con i Confidi e attraverso il Consorzio di tutela del pecorino romano", ha spiegato l'assessore Paci.