Potrebbe diventare il primo ministro dell'Economia ad aver fondato una startup. Paolo Savona, 81 anni, scelto da Movimento 5 stelle e Lega come nome ideale per il Tesoro, è stato, fino alle dimissioni arrivate mercoledì 23 maggio, il presidente di Euklid, startup fintech che ha creato un fondo di investimento basato sulla tecnologia blockchain e l'intelligenza artificiale. L'incontro con queste tecnologie è avvenuto intorno al 2009 quando alla università Luiss di Roma ha incontrato uno studente di economia che se ne stava cominciando a occupare, Antonio Simeone, oggi amministratore delegato di Euklid.
"Quando ho cominciato a lavorare a un nuovo modo di intendere la finanza basata sulla trasparenza della blockchain e sull'intelligenza artificiale la cosa lo ha subito stupito", ha detto Simeone ad Agi. "Lo affascinava l'idea di una finanza trasparente. Aveva già intuito che le nuove tecnologie avrebbero cambiato il mondo degli investimenti finanziari e che l'intelligenza artificiale e la blockchain potevano essere uno dei modi per cambiarlo".
Simeone, che descrive Savona come un "esploratore, un uomo dall'intelligenza acuta e il cervello giovane", ricorda che dopo quell'incontro l'ex direttore generale di Confindustria e ministro dell'Industria del governo Ciampi ha cominciato a studiare questi temi: "Da allora ci siamo sentiti quasi tutti i giorni, sono stato io ad introdurlo a questi argomenti. Leggeva molti libri sull'intelligenza artificiale e la blockchain, e più ne leggeva più comprendeva che l'econometria classica non avrebbe più funzionato. Ha capito che il nostro progetto sarebbe stato in qualche modo legato al futuro della finanza e ci ha investito tempo ed energia. Fa parte di un'altra generazione di economisti, vero, ma gli va dato atto che è stato tra i primi a parlare in maniera coerente e competente di fintech. In diverse occasioni ha chiesto una regolamentazione più leggera sulle startup finanziarie, di sicuro è tra quelli che più hanno spinto in Italia su questo settore dell'innovazione".
La fascinazione per la trasparenza della blockchain
Ma cosa ha affascinato tanto Savona della blockchain e dell'intelligenza artificiale? "La trasparenza. è un convinto sostenitore della trasparenza in generale e nella finanza in particolare. Non gli piacevano le commissioni di gestione dei fondi in entrata e in uscita, il fatto che molti dei dipendenti dei fondi fossero più concentrati sulle proprie remunerazioni che sull'andamento effettivo degli investimenti. Il mondo della finanza è ancora legato a queste logiche, blockchain e algoritmi lavorano in modo completamente diverso".
La trasparenza promessa dalla tecnologia blockchain è dovuta al fatto che consente di trascrivere su una catena di informazioni, criptate e immutabili, tutte le transazioni finanziarie attraverso un registro condiviso e aperto. Ognuno ha la possibilità di controllare in qualsiasi momento quali titoli sono stati acquistati, quali venduti, e a quale prezzo, azzerando così le zone d'ombra delle alchimie degli operatori. La totale trasparenza della blockchain è stata l'intuizione fondamentale del Bitcoin, nato proprio a ridosso della crisi economica del 2007, causata da uno scandalo finanziario, come risposta, dal basso, alla crescente sfiducia nei confronti degli operatori e delle istituzioni centrali. Euklid, fondata nel 2016 e di cui Savona è stato presidente per un anno e mezzo, però non lavora con Bitcoin ma ne utilizza solo la tecnologia. Lo stesso Savona è stato più volte critico delle criptovalute, definendo ad esempio Bitcoin come "il nulla che ha radici nell'abilità di pochi e nella credulità dei molti". Per Savona, Bitcoin è sempre stata una bolla finanziaria, paragonabile a quella dei tulipani del XVII secolo, e ha duramente commentato le incredibili oscillazioni di prezzo che ha avuto la criptovaluta durante il 2017, passando da meno di mille a 20 mila dollari, per poi crollare in 30 giorni a 6 mila.
Blockchain e sovranità monetaria nazionale
Ma le critiche a Bitcoin le ha sempre affiancate al riconoscimento della potenza della blockchain e della mente di chi l'ha creata, Satoshi Nakamoto, definito "un ingegno pari a quello di Ulisse". Arrivando a chiedere che gli Stati, compresa l'Italia, comincino a occuparsi seriamente di questa tecnologia per la creazione di una criptovaluta di Stato, sulla falsa riga del progetto russo di 'criptorublo' annunciato lo scorso gennaio.
Scriveva Savona in un articolo che ne enunciava le funzioni: "La sovranità monetaria passa dalle mani dello Stato a quelle dei privati, che secoli di storia indicano non abbiano capacità di autocontrollo; abbandonata la moneta in forma metallica (oro e argento), quella cartacea (il circolante che abbiamo in tasca) e scritturale (i depositi bancari), essa è ora in forma telematica (bit di computer) e può essere creata in quantità infinita; perciò deve essere controllata da autorità che operano su delega dai Parlamenti, some le banche centrali o i Ministri del Tesoro". Proprio il dicastero che oggi potrebbe occupare, in un governo che si autodefinisce "del cambiamento" e che chissà se vedrà proprio in questo uno dei cambiamenti più radicali.