AGI - Individuata in Baku Steel Company la migliore offerta per l'acquisizione dell'intero gruppo di Acciaierie d'Italia, riparte da oggi il lavoro sul dossier dell'ex Ilva per compiere l'ultimo miglio prima della vendita dell'azienda dall'amministrazione straordinaria al nuovo privato. Si stimano un paio di mesi per chiudere se non tutte, almeno le principali operazioni che porteranno alla vendita.
I commissari di AdI hanno già chiesto al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, l'autorizzazione al negoziato esclusivo con Baku. Quest'ultimo è volto a definire il futuro assetto del gruppo e a migliorare la stessa offerta di Baku.
Che si riassume in un miliardo e 100 milioni per acquisire l'azienda (e in questa cifra rientra il mezzo miliardo che costituisce il valore del magazzino), in 4 miliardi di investimenti industriali e ambientali in cinque anni, in due forni elettrici che dovrebbero diventare successivamente tre, nell'uso del gas a sostegno della transizione della fabbrica e in circa 7.800 occupati con il vincolo, posto dal bando, dei due anni. La trattativa commissari e azeri è finalizzata alla firma del contratto.
E la trattativa tra Baku e sindacati sugli occupati e sul piano industriale - nella quale probabilmente sarà presente anche il Governo - si aprirà non appena quella tra azeri e commissari andrà verso la conclusione o sarà già conclusa. Questo perché si deve presentare alle sigle metalmeccaniche il reale assetto della nuova azienda. Inoltre, in una fase successiva Baku potrà aprire le porte della nuova Ilva ad altri soci industriali. Che potrebbero essere gli indiani di Jindal oppure alcuni degli italiani che hanno avanzato offerte per singoli asset.
In parallelo al confronto tra le due amministrazioni straordinarie e Baku, si metterà mano alle altre azioni previste: definizione del Golden Power, lo strumento attraverso il quale il Governo eserciterà i poteri di vigilanza in relazione agli interessi strategici nazionali; acquisizione del parere dell'Antitrust europeo; partecipazione di minoranza dello Stato nella nuova compagine societaria attraverso Invitalia, societa' del Mef. Baku, intanto, è già supportata dalla società di Stato dell'Azerbajian che si occupa di investimenti all'estero.
A ciò si aggiunga che oltre alla partecipazione dello Stato italiano, gli azeri hanno chiesto all'Italia incentivi pubblici per un valore di 5,5 miliardi divisi tra investimenti, energia e crediti con la garanzia di Sace, altra società pubblica, al 70 per cento.
Su queste richieste degli azeri, i commissari attendono che il Governo dia la linea in modo da avviare il confronto di merito. Per il Governo l'obiettivo è chiudere l'operazione Acciaierie entro giugno. Ai nodi citati, ne va poi aggiunto un altro, non meno rilevante, ed è il rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale alla fabbrica da parte del ministero dell'Ambiente.
La partita è temporaneamente in stallo, con l'Istituto superiore di sanità che ritiene che Acciaierie abbia sottostimato l'impatto sanitario relativo alla produzione di 6 milioni di tonnellate, nonché effettuato un'analisi carente sotto molti punti di vista, e Acciaierie che ribatte osservando di essersi attenuta alle linee guida della Valutazione di impatto sanitario redatte dal ministero della Salute nel 2019.
Il ministero dell'Ambiente ha scritto all'Istituto di sanità. Ha riproposto le osservazioni di Acciaierie e chiesto di rispondere ad AdI in modo da fornire le indicazioni per avviare a conclusione la procedura dell'Aia.