AGI - Per l'approdo in Aula alla Camera della manovra bisognerà attendere la prossima settimana, la Commissione Bilancio è ancora in stallo sul deposito degli emendamenti del governo, con le opposizioni che chiedono chiarimenti con le relazioni tecniche e invocano la presenza ai lavori del ministro dell'Economia. "Giorgetti si prenda la responsabilità di aver riscritto una manovra che non funziona. Si sta preannunciando uno stravolgimento totale, gli emendamenti annunciati valgono almeno un terzo praticamente della legge di bilancio, quella manovra non esiste più", incalza la capogruppo Pd Chiara Braga.
Non si placano nemmeno le polemiche sull'emendamento dei relatori che equipara l'indennità di ministri, vice e sottosegretari non eletti a quelli dei componenti del governo che sono anche parlamentari. Un provvedimento che costa 1,3 milioni per il 2025 e riguarderebbe, stima il Sole 24 Ore, 17 componenti dell'attuale esecutivo. Slitta dunque il calendario approvato dalla conferenza dei capigruppo, che prevedeva l'avvio dell'analisi della legge di bilancio in Aula a Montecitorio per lunedì pomeriggio. Il 16 dicembre invece sarà ancora interamente dedicato all'analisi degli emendamenti del governo e dei relatori in Commissione, con il mandato ai relatori che dovrebbe arrivare martedì mattina prima delle comunicazioni della premier Giorgia Meloni alla Camera in vista del consiglio europeo.
"Normale iter, c'è un dibattito in Parlamento, è giusto che sia così: la manovra sarà approvata nei tempi previsti", rassicura il vice premier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. Che poi chiosa: "Credo sia giusto che un ministro non parlamentare abbia la stessa indennità di un ministro che è parlamentare". Anche se il testo non è ufficiale gli emendamenti del governo sono quelli attesi da settimane. Ires ridotta di 4 punti percentuali per le imprese che accantonano una quota non inferiore all'80% degli utili e destinano almeno il 30% a investimenti destinati a strutture produttive nel territorio dello Stato.
La riduzione dell'aliquota spetta a condizione che siano effettuate nuove assunzioni di lavoratori dipendenti e costituiscano incremento occupazionale di almeno l'1% del lavoratori; l'impresa non abbia fatto ricorso alla Cigs nell'esercizio in corso al 31 dicembre 2024 o in quello successivo. Per finanziare la misura verranno utilizzati 400 milioni di euro provenienti da una rimodulazione del contributo degli istituti di credito, che versano un anticipo delle Dta. Passo indietro in tema di profitti delle criptovalute, la manovra disponeva un aumento dell'aliquota dal 26 al 42%, l'emendamento del governo invece la riporta al 26%, con crescita al 33% dal 2026. La cosiddetta web tax invece verrà applicata solo alle grandi aziende con almeno 750 milioni di ricavi, escludendo dunque le Pmi e l'editoria on line.
Tra gli altri correttivi che apporrà il governo, un fondo Dote Famiglia, finanziato con 30 milioni di euro nel 2025, da utilizzare per le attività extra scolastiche dei figli a carico, con un'età compresa tra i 6 e i 14 anni, delle famiglie con un reddito con Isee pari o inferiore a 15.000 euro. Per il 2025 viene concesso un contributo - con una dotazione complessiva da 50 milioni di euro per il 2025 - per l'acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento dell'elettrodomestico sostituito.
Il bonus può essere concesso per un importo non superiore a 100 euro, elevato a 200 se l'Isee del nucleo familiare dell'acquirente è inferiore a euro 25.000. I comuni invece, dispone una riformulazione di Forza Italia, possono assoggettare domande di riconoscimento della cittadinanza italiana al pagamento di un contributo amministrativo non superiore a euro 600 per le richieste di cittadinanza iure sanguinis. Le opposizioni bocciano l'operato del governo. "Una maggioranza spaccata e un governo allo sbando riscrivono la legge di bilancio mentre litigano su inutili bonus e mancette da distribuire nelle poche risorse messe a disposizione nella manovra", commenta il segretario di Più Europa Riccardo Magi.