AGI - "Non sentiremo la sua mancanza". Politici e sindacati, per una volta sulla stessa lunghezza d'onda, non intendono stracciarsi le vesti dopo l'addio di Carlos Tavares da Stellantis. Si guarda già al futuro più immediato che corrisponde al nome del presidente John Elkann.
A rompere gli indugi è oggi Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, che a Sky Tg24 ha detto: "Stamattina, a seguito delle dimissioni di ieri dell'amministratore delegato di Stellantis, ho inviato una lettera di richiesta di audizione del presidente Elkann. Credo che sia assolutamente necessaria e credo che la richiesta possa essere accettata visto il cambiamento nel Consiglio di amministrazione di Stellantis. E' un momento difficile per l'automotive".
Pensiero condiviso dal leader del M5S Giuseppe Conte: "Le dimissioni di Tavares, ovviamente ben liquidate con 100 milioni, non ci meravigliano perché ormai era evidente che quella era la strada, quella dei guadagni personali e non di un piano serio di responsabilità anche sociale per l'azienda che gestisci. Adesso questa potrebbe essere una crisi così conclamata che addirittura potrebbe essere un'opportunità, quindi chiediamo ad Elkann di assumersi la responsabilità diretta con gli altri soci e di venirsi a sedere con il governo italiano, con la politica anche a livello europeo, per cercare di portare e costruire un piano industriale serio che dia sicurezza e futuro all'automotive".
Anche il Pd, attraverso i senatori Antonio Misiani, responsabile nazionale economia del Pd e Andrea Martella, della Commissione Attività produttive, segretario regionale in Veneto, chiede che Elkann "venga al più presto in Parlamento, nelle commissioni Attività produttive di Camera e Senato, per chiarire quali scenari si aprono con le dimissioni dell'ad Tavares, nel quale la dirigenza aveva dichiarato, non più di dieci giorni fa, di riporre piena fiducia. Il futuro di Stellantis e dell'Automotive in Italia è di fondamentale importanza per lo sviluppo industriale del Paese e per le ricadute occupazionali. E' chiaramente necessario voltare pagina e tutti devono fare la propria parte, certamente l'azienda mettendo in campo un piano industriale adeguato, ma anche il governo ripensando, in sede di discussione della manovra di Bilancio 2025, agli strumenti che ha appena definanziato, come il fondo per la transizione dell'Automotive. E' urgente un confronto nella sede parlamentare sul futuro di Stellantis e di tutto il settore".
Il leader di Azione, Carlo Calenda, ne ha per tutti: "Le dimissioni di Tavares erano annunciate, ma in un periodo più avanti. Da un lato dunque c'è stata sorpresa ma dall'altro era inevitabile. Ha sbagliato tutto, non solo in Italia venendo anche in Parlamento con arroganza. Su Stellantis io ho fatto una battaglia in completa solitudine - ha ricordato -, Urso non è riuscito a fare assolutamente nulla. Dovrebbe essere mandato via a pedate. Non può dire 'mi hanno assicurato investimenti' e non verificare. Si dovrebbe dimettere. L'automotive è nella più grande crisi che abbia colpito il settore e la sinistra dice 'bisogna andare avanti sull'elettrico'. Peccato che non le vendono. L'ideologia green sta devastando l'industria europea. Urso ha aperto talmente tanti tavoli che ha un negozio ma non ha salvato niente. Fossi in Meloni convocherei Elkann a Palazzo Chigi e poi andrei in Europa a lottare contro le multe nel 2025 per chi non produce elettrico. Mi aspetto da lei che ripristini il piano automotive che è dettagliato e chiami Elkann e dica 'questi sono gli obblighi'".
Tirato in ballo da Calenda, ecco il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso parlare di "una nuova fase, in cui ci auguriamo che l'Italia torni centrale nel piano industriale di Stellantis, nella piena consapevolezza di quanto importante sia la forza del made in Italy". Parlando del futuro del gruppo, Urso ha aggiunto: "Mi auguro che questo ci consenta anche di essere insieme in Europa per chiedere all'Ue di rivedere le regole che devono consentire di raggiungere l'obiettivo del 2035, per un'industria dell'auto europea competitiva con gli altri grandi attori internazionali. Dobbiamo remare insieme nella stessa direzione in Italia e in Europa perché l'Italia può riaffermare il valore dell'auto nella transizione ambientale e perché l'Europa deve consentire all'industria dell'auto europea di restare competitiva".
Il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi auspica che "si volti pagina. Con le dimissioni di Tavares e il futuro cambio di guida di Stellantis si apra una nuova strada una volta per tutte: reshoring dei modelli made in Italy volati all'estero, nuovo piano di rilancio degli stabilimenti, raddoppio della gigafactory, piena e buona occupazione. Aspettiamo Elkann in Parlamento e invitiamo il Governo a lavorare insieme".
Tornando alle dimissioni di Tavares, Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil confessa la propria preoccupazione: "Noi avevamo già chiare le proporzioni del fallimento dell'amministratore delegato. Si sta aggiungendo al fallimento industriale e occupazionale anche quello finanziario. Spero che il consiglio di amministrazione, e chi ha delle responsabilità, intervenga per impedire che ora al danno si aggiunga la beffa di un accompagnamento all'uscita di centinaia di milioni di euro, che andrebbero invece investiti nell'azienda, a partire dagli stabilimenti italiani, nella ricerca e sviluppo e nelle lavoratrici e lavoratori che, ricordo, sono già a casa in cassa integrazione e forse riprenderanno a lavorare a gennaio".
"La notizia delle dimissioni di Tavares non ci addolora - ammette il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra -. E' stato un manager che, in questi anni, ha invertito completamente la rotta lungimirante di Marchionne. Non ha mai creduto nelle relazioni sindacali, ha delocalizzato tanta produzione dall'Italia ad altri Paesi, ha tagliato l'occupazione, frenato gli investimenti soprattutto sull'innovazione ed è arrivato a sfidare lo Stato sul tema degli incentivi. Non ci mancherà".
"Su Tavares la penso come il segretario della Cisl, non ci mancherà - ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri -. Non ha avuto grandi risultati ed ha avuto talvolta atteggiamenti sprezzanti. Capisco poi le logiche del mercato, ma la super liquidazione di cui si parla contrasta con i suoi risultati. Meglio farebbero a rivedere eventuali intese sui compensi di fine mandato, che qualcuno avrà purtroppo sottoscritto. Si dovrebbe premiare chi crea valore e lavoro, con chi fa il contrario. Mi auguro che chi deve pagare ci pensi bene e che lo stesso Tavares rifletta sul rapporto tra risultati pessimi e compensi inaccettabili".